. |
Ricordo di Wilson Pickett
Ricordo di Wilson Pickett
Lo ricorderemo per averci fatto attendere la mezzanotte a ritmo di Rhythm’n’Blues con il suo più grande successo In the Midnight Hour. Ma i meriti di Wilson Pickett nato nel 1941 a Pratville, Alabama da una famiglia numerosa, furono molti altri. Stabilitosi a Detroit a metà degli anni ’50 e unitosi al gruppo gospel dei Falcons nel 1960 viene notato dalla Atlantic Record con la sua prima celebre composizione If You Need Me, che il produttori Jerry Wexler affida a Solomon Burke. Ma è lo stesso Wexler a convincersi già nel 1963 di avere davanti un grandissimo cantante dallo stile isterico e dal fraseggio ritmico in grado di rivaleggiare con James Brown. E’ proprio Pickett a convincere l’etichetta a spostare le sedute di registrazione a Memphis e ad utilizzare il grande bacino di talenti locali dando praticamente voce al cosiddetto Memphis Sound, rendendo di dominio nazionale i segreti dell’etichetta Stax il cui artista di punta era Otis Redding. Soprannominato the Wicked (il malvagio) Wilson resiste poco a lungo a Memphis spostandosi ai vicini Fame Studio e portando alla conoscenza di tutti l’altro più grosso e importante bacino di talenti del sud, i sessionmen di Florence, Alabama. Tra il 1966 e il 1967 la sequenza di successo è irresistibile: Land of Thousand Dances, Something You Got, Mustang Sally, Funky Broadway e I found love, già incisa con i Falcons. Ma Pickett è molto altro ancora: annusa il cambiamento di gusto dei giovani bianchi e incide in sequenza Hey Jude dei Beatles (in cui appare per la prima volta Duane Allman alla chitarra elettrica), Born to be Wild ed Hey Joe che lo stesso Hendix riconosce come un "capolavoro di dignità nera" nonché l’esplosiva e audace Miniskilt Minnie.
Wilson Pickett con Dan Aykroyd al Madison Square Garden per i 40 anni dell'atlantic (14 maggio 1998)
Consapevole del suo ruolo all’interno del mondo nero, si esibisce nel Ghama nel 1971 in una fulminante esibizione ripubblicata recentemente nel Dvd dal titolo Soul to Soul. Da lì in poi è solo una lunga sequenza di etichette e produttori nel tentativo di superare il prevedibile calo artistico del "dopo Atlantic". Pickett non mollerà mai, battezzando la sua etichetta con l’indistinguibile appellativo di Wicked. Eretico fino ai suoi ultimi giorni ogni sua esibizione restava un’incognita che lui quasi si divertiva a smentire presentando uno spettacolo impeccabile nonostante i molti gruppi minori che nel tempo lo avrebbero accompagnato. Lo spirito di The Blues Brothers non sarebbe stato lo stesso senza di lui. Negli ultimi anni aveva trovato rinnovato interesse in Europa, ma ben pochi sono stati i discografici in grado di fornirgli materiale all’altezza di quello degli anni d’oro. Pickett ha interpretato il soul e il Rhythm’n’Blues a testa alta e ha insegnato a tutti ad avere coraggio nelle proprie scelte. Coraggio che il suo fraseggio vocale esprimeva in pieno.
Ernesto de Pascale
back to bluesman
|
. |