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L'ASSENZA
Gilbert Becaud, nella sua bella canzone “L'absent”, racconta di quanto può essere pesante e faticoso portare con sé l'assenza di un amico che non c'è più.
Questo peso l'abbiamo sentito in molti, a partire da quel brutto giorno dello scorso febbraio in cui è mancato Ernesto De Pascale.
Lui a Firenze, quando non a Londra, a New York o in qualsiasi altro posto del mondo, dovunque ci fosse stata musica da ascoltare e artisti da conoscere; io a Milano, sempre in mezzo alla musica ma in modo molto più tranquillo: anche se non ci vedevamo spesso, c'era tuttavia un filo che ci univa e con un e-mail, un sms o una telefonata, ci scambiavamo periodicamente impressioni e giudizi, sia sugli avvenimenti musicali, sia sui fatti quotidiani.
A volte si debordava sulla politica e allora Ernesto dava fondo a tutta la sua dialettica, con considerazioni azzeccate e stimolanti, come sempre senza fare sconti a nessuno.
Di solito alla fine ci prendeva lo sconforto per come le cose stavano andando e la sua conclusione era sempre la stessa: “Mai arrendersi: bisogna resistere!”
Grande Ernesto, con la sua genuina toscanità e le sue numerose marce in più!
Fino ieri ho vissuto nella preconcetta convinzione che ”Il Popolo del blues”, senza la sua direzione, sarebbe finito nel dimenticatoio.
Ma ecco che mi arriva inaspettata la comunicazione di Michele Manzotti e Giulia Nuti che, insieme al webmaster Giorgio Petri, vorrebbero riprendere il discorso da dove era rimasto.
Un atto di coraggio e di fiducia nel futuro, oltre che la miglior maniera per tenere vivo il ricordo di Ernesto e il suo smisurato amore per la buona musica.
Così, la sua assenza si trasformerà in una continua presenza, una specie di guida spirituale che sosterrà e aiuterà chi vuole continuare sulla strada da lui aperta.
Cari Michele, Giulia e Giorgio, anche se sono pigro e scrivo poco, se lo riterrete utile mi piacerebbe tornare a essere della partita.
Comunque sia, come avrebbe detto Ernesto: “Mai arrendersi: dobbiamo resistere!”
In bocca al lupo.
Rinaldo Prandoni
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