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Ciao Ernesto
Caro Ernesto,
Te ne sei andato nello stesso modo di come hai sempre vissuto e agito: senza compromessi e senza dar tempo e modo a nessuno di interferire con la tua scelta.
Il tuo sviscerato amore per la musica non è mai stato scalfito da dubbi o incertezze su quale fosse la strada da seguire e per te ce n'era una sola: quella della buona musica.
Se poi era condita di blues o di sano rock, tanto meglio.
La tua conoscenza dei personaggi e degli stili mi ha sempre lasciato a bocca aperta, imbarazzato dalla mia ignoranza nei tuoi confronti.
Eppure, amici comuni me lo dicevano, tu che eri per me un maestro, consideravi me un saggio a cui chiedere consigli.
Probabilmente soltanto perché avevo vent'anni più di te, dato che non mi è mai sembrato di avere nulla da insegnarti.
A causa della distanza fra Milano e Firenze ci siamo frequentati poco fisicamente, ma molto umanamente, con telefonate, sms, e-mail, sempre con un unico comune denominatore: la passione per la musica e la voglia di discuterne e di scriverne, illudendoci di poter così contribuire a diffondere e a promuovere quella che secondo noi era la migliore.
I tuoi interventi, i tuoi articoli, le tue interviste, tutto era permeato di questo grande fuoco e mai ho notato in te un indietreggiamento, mai nemmeno un minimo accenno di compromesso per compiacere o per ingraziarti qualcuno.
Da come scrivevi e ti esprimevi si capiva che il blues era in te e tu eri il blues.
In questo momento sento un grande vuoto e sono qui a pensare come la tua scomparsa sia assurda, se considerata con la mente di una persona normale.
Diventa però logica e coerente riflettendo su quello che tu eri: un artista.
Hai vissuto dando tutto ciò che potevi, senza risparmio né calcoli, libero di pensare e di correre dove ti piaceva, seguendo l'istinto e andando volta per volta dove la musica ti chiamava.
E così anche stavolta, decidendo di intraprendere il tuo ultimo viaggio, l'hai fatto senza pensarci due volte, con piena libertà di decisione e lasciando tutti spiazzati, da vero e puro artista.
Da oggi la musica è più povera.
Ciao Ernesto.
Rinaldo
Milano, 13 Febbraio 2011
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