. | Per il Premio Ciampi Il Premio Ciampi è una manifestazione che si occupa di proteggere, segnalare e difendere la musica d'autore. Chi se ne occupa lo fa con grande attenzione e partecipazione. Sono cose che ho potuto verificare di persona quando mi hanno premiato. Ospitali, generosi e appassionati. Ora, a causa di difficoltà economiche, la manifestazione rischia di chiudere. Sarebbe una vera e propria perdita per la canzone d'autore che ha sempre meno spazi in cui potersi esprimere. Ci tenevo a segnalarvelo. Luciano Ligabue
In tempi di cattive canzoni la musica buon che esce dalla porta è bene che rientri dalla finestra. Il Premio Ciampi è la finestra giusta con il suo davanzale fiorito di piante, che sono appunto le belle canzoni. Ringrazio inoltre lo scomparso amico Ernesto de Pascale che mi ha fatto da guida all'ambiente del premio.
"Il livello di civlltà di una Grande Nazione, o presunta tale, si misura con il suo impegno a salvaguardare i giovani, gli anziani, le minoranze e gli artisti. Tagliare i fondi al Premio Ciampi è un ennesimo segnio della barbarie dei tempi che viviamo. La domanda è: chi sarà il prossimo a subire questo sopruso? Salvare il Premio Ciampi significherà salvare un po' di tutti noi e del nostro futuro di uomini liberi. Incazziamoci!
Il primo premio non si scorda mai. Il premio Ciampi si è accorto di noi nel '96 al nostro primo disco, coprendoci di elogi ed incoraggiamenti. Anni luce prima di qualsiasi altro occhio ufficiale. Ci ha fatto sentire a casa ad ogni partecipazione e soprattutto ci ha fatto salutare per l' ultima volta Ernesto De Pascale su un palco come egli avrebbe voluto. Il Ciampi, come non amarlo?
«Il Premio Ciampi non è solo un'opportunità per i giovani cantanti. Di tanti festival e concorsi dedicati a un cantautore che esistono in Italia è uno dei più seri, non ha scopo di lucro ma è fatto da persone che ci credono davvero».
"Premio Ciampi were the first organisation in the world to recognise my work in music and presented me witha lifetime achievement award for services to music. This I treasure more than other special awards that I later received in my own country of England, partly because it was my first one and partly because Italy has a special place in my heart. It was such a pleasure for me to attend the event in Livorno at the magnificent theatre and to perform some of my music."
"The Premio Ciampi award is not just for Italy though it does represent the best of Italian devotion to the Arts. It is for everyone, everyone who listens with an ear searching for new sounds and honesty in music, and it is for everyone who recognises Truth and Beauty in whatever artistic forms they might appear. Premio Ciampi did things the way he felt he had to and that is the true calling of the artist. And through this wonderful award in his name we celebrate those new artists who are doing things their own way. Signore Ciampi would be proud."
"I first became aware of the Premio Ciampi in 2006 when John Lees and Woolly Wolstenholme of Barclay James Harvest won a lifetime achievement award at the event and performed three songs in Livorno. A few years later I travelled once more to Livorno with Jack Bruce, who was also a recipient of the lifetime achievement award. The cultural reach of the Premio Ciampi awards goes way beyond the Livorno region and indeed Italy. The event is a major cultural bridge to musicians in Britain and the USA, bringing them to Italy and exposing the breadth of Italian musical talent to an international artistic base. Music is a common international language, and the Premio Ciampi symbolises this by virtue of simply existing. The event is unique and must survive. If it does not, Italian and International music will be considerably poorer." Caro Premio Ciampi
Con questa dichiarazione voglio espimere tutta la mia rabbia dinanzi alla possibile chiusura del Premio Ciampi e la mia totale sfiducia nei confronti di politici subordinati e arresi all'ordine economico e burocratico che sta trasformando la nostra Vecchia Europa in un qualcosa di definitivamente obsoleto e inservibile. Non è lontano il giorno in cui il nostro continente che aveva accolto forse il più florido scambio interculturale mai verificatosi, assumera le sembianze di un definitivo museo da "mondo in miniatura" in cui le nostre classi medie, se ancora ci saranno, verranno ridotte a pulire i pisciatoi del grande padiglione dell'Europa, amministrato dai magnati e daI mafiosi di tutte le latitudini. Uno scenario inevitabile quando all'estinzione di un progetto economico europeo si unisce il discredito per una cultura, la nostra, che con i suoi difetti e le sue virtù, ha offerto al mondo bellezze indiscutibili come la Carta dei Diritti Umani. Restiamo dunque in balia dei mercati. Spetterà alle generazioni future giudicare noi che abbiamo inventato l'Umanesimo e siamo riusciti a trasformarlo in questa maleodorante concimaia.
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