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Porretta 2008 ricorda Nino Ferrer

Con la grande esibizione di Henry Butler si è chiusa la seconda serata del Porretta Soul Festival.

Una serata composita, con un inizio molto particolare, legato al mondo francese e italiano del R&B. I Captain Mercier infatti, nonostante abbiano presentato in gran parte un repertorio originale, hanno presentato un omaggio a Nino Ferrer. Così facendo, Porretta è stato l'unico luogo d'Italia a celebrare il cantante italo-francese che il nostro paese si ostina a non ricordare, questo nonostante, abbia fatto la storia non solo della musica anni '60, ma anche della televisione con trasmissioni culto come "Io, Agata e tu".

Detto questo, Cap. Mercier è una formazione che diverte e si diverte nel pieno rispetto dello spirito del festival dimostrando come il francese, lingua che si basa sull'accento conclusivo delle parole, ben si adatta al Soul. Jacques Mercier, da vecchio sessionman e componente di gruppi anno '60 ha raccolto intorno a sé giovani preparati e motivati (eccellenti il tastierista e il chitarrista) per uno spettacolo sempre con il sorriso sulle labbra, anche prima e dopo l'esecuzione.

Pochi sorrisi forse ma grande classe per Davell Crawford da New Orleans, protagonista di un set di 5 brani interpretati con sicurezza e intensità grazie a una voce sofferta e lirica e una tecnica pianistica invidiabile. Lousiana 1927 di Randy Newman è stato il momento migliore dell'esibizione.

Austin DeLone è un eccellente tastierista-cantante e direttore della band all-stars che a un certo punto ha ospitato anche Clem Sacco, un rocker italiano d'annata padre della canzone demenziale (poi sviluppata in altro modo da Skiantos ed Elio e Storie tese in anni successivi), curioso nella proposta di due brani ma sicuramente non nello spirito del festival.

Butler ha dato la buonanotte a tutti lasciando il pubblico a bocca aperta.

In attesa di Bishop Joe Simon.

Intervista a Jacques Mercier

Prima di salire sul palco abbiamo chiesto a Jacques Mercier alcuni dettagli sulla scena R&B francese dei '60
«Devo dire che non era molto vivace. Certo Eddy Mitchell e Johnny Hallyday hanno ripreso canzoni di Otis Redding e Wilson Pickett ma direi che oltre a questo non c'è stato un vero e proprio movimento».

Il suo rapporto con Nino Ferrer?
«Cantavo in un gruppo che si chiamava Les Jelly Roll, prodotto da Richard Bennett. Fu lui che scoprì Nino e fu anche il suo primo batterista. Così ho avuto il privilegio di avvicinarlo e di suonare con lui anche solo in una jam session. Poi ho collaborato con la sua compagna Radiah Frye cantanto nel coro che accompagnava Hallyday negli anni '80».

Dieci anni più tardi quel è il motivo per riscoprirlo?
«Da qualche anno abbiamo allestito uno spettacolo per ragazzi sulla scoperta del R&B e abbiamo visto che i brani di Nino rimanevano subito in testa e colpivano subito l'ascoltatore, anche se giovanissimo».

Ferrer aveva grande successo in Italia negli anni '60, cosa proponete nel vostro spettacolo?
«Un medley fatto di questi brani "Je Voudrais Etre Noir" / Le Téléhon" / "Les Cornichons" / "Le Sud". Ma tutto il suo repertorio è degno di essere recuperato».

E il vostro repertorio?
«È molto ispirato da Ferrer nella costruzione dei testi, del divertimento, delle assonanze. Poi le nostre influenze sono quelle classiche del R&B: Otis Redding, James Brown, Wilson Pickett, Sly & Family Stone. E gruppi funk come Tower Of Power e Earth Wind & Fire».

Michele Manzotti






foto: S. Capatti

Porretta Soul Festival
www.porrettasoul.com

i comunicati stampa

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