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David Byrne
Teatro Romano di Fiesole, FI
18 luglio 2009
Un David Byrne così in forma, spiritoso, grintoso, energico, cordiale e disponibile verso il pubblico era difficile da immaginare, anche nella migliore delle aspettative. Per quanto bene ci si potesse attendere da questo suo ritorno estivo, viste le recensioni positive dei concerti che l'ex Talking Heads ha tenuto in Italia ad Aprile 2009, Byrne è andato decisamente “oltre”.
Oltre nella bellezza di uno spettacolo musicalmente ineccepibile, coreograficamente curato (vista la presenza di undici tra ballerini e musicisti sul palco, rigorosamente vestiti di bianco come lui), entusiasmante nei ritmi e nella tempistica, mozzafiato nella scelta dei brani.
Lo spettacolo che Byrne porta in scena si chiama “Songs of David Byrne and Brian Eno”, conseguenza logica dell'album che nel 2008 Byrne e il maestro dell'ambient music hanno scritto a quattro mani, “Everything that happens will happen today”. Il concerto segue il filo di una collaborazione che fonda le sue radici in album dei Talking Heads come Fear of Music e Remain in Light, passando attraverso l'indimenticabile My Life in the Bush of Ghost (Byrne/Eno, 1981) e giungendo all'ultima fatica autorale della coppia.
Su questa base ha preso forma, per questo tour, una scaletta che parte da “Everything that happens will happen today” e ripercorre il meglio della storia musicale di David Byrne con Brian Eno a fianco.
L'apertura è affidata all'accattivante “Strange Overtones”, tratta dall'ultimo album, seguita a ruota dai ritmi tribali e dalla poetica nonsense di “I Zimbra”, che fa subito temporalmente un salto indietro a “Fear of Music”. A questi salti il pubblico si abituerà presto. Byrne dal vivo in questa serata di luglio suona da “Fear of Music” brani come “Air”, “Heaven”, “Life During Wartime”. L'album “Remain in Light” viene eseguito quasi tutto, compresi i capolavori “Houses in Motion”, “Born Under Punches”, The Great Curve”, “Once in a Lifetime”.
Neanche le ripide scale in pietra dell'antico Teatro Romano di Fiesole riescono a trattenere il pubblico dall'alzarsi in piedi e ballare, di fronte all'incedere di una sezione ritmica praticamente perfetta costituita dalla metronomica batteria di Graham Hawthorne, dalle roteanti percussioni di Mauro Refosco e dall'incalzante basso di Paul Frazier. Un David Byrne che sembra aver trovato l'antidoto al trascorrere del tempo fa il resto, incitando il pubblico a scatenarsi tra ritmo, simpatia e una scelta di brani davvero speciale.
Bellissima anche la presentazione dal vivo di “Everything that Happens Will Happen Today”, da cui vengono eseguite, tra i vari brani, una toccante versione corale della melodica “The River”, “One Fine Day”, l'incalzante “I feel my stuff”, “My big Nurse”, “Life is Long”.
La conclusione, tra numerose uscite ed entrate in scena, è giocata tra “Take Me to The River”, l'epica “Burning Down The House” e, brano del definitivo arrivederci, l'intima “Everything That Happens” (che, ormai consolidata conclusione dei concerti 2009, assume un significato speciale ricordando al pubblico che “ciò che deve accadere, accadrà stasera”).
Oggi più che mai, un David Byrne incredibilmente cool.
Giulia Nuti
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