The Blur's leader releases an excellent 7th solo album
Settimo album per il leader degli attualmente riformati Blur, Graham Coxon. Si tratta di un concept costruito attorno alla vita dell'uomo, dalla nascita alla morte. Chi si aspetta brit pop a cuor leggero o musica dalle atmosfere indie sia consapevole che Graham, negli ormai dieci anni della sua carriera solista dal debutto the Sky is too High del 1998, è cresciuto, cambiato, maturato. Quest'album mette in luce più che mai una vena folk classica, acustica, blues, certo velata di pop-rock ma genuinamente cantautorale. Basta l'incipit Look into the light per accorgersene, un introspettivo cantautorato alla Nick Drake (fin troppo simile a Cello Song per andamento e sequenza degli accordi). E' però un inizio appropriato per introdurci nelle atmosfere di un disco che sa cogliere molto bene la lezione del folk inglese classico e che con questo costruisce una sorta di ponte di collegamento grazie alla presenza di musicisti come Danny Thomposon al contrabbasso. L'album rasenta ogni tanto il rischio di risultare derivativo (le assonanze a ben ascoltare vanno da Bert Jansch ai Led Zeppelin). Sfugge però abilmente alle maglie della ragnatela del già sentito grazie ad appropriati tocchi personali, ad una scrittura sapiente e varia, a qualche trovata armonica inusuale, ai tocchi strumentali di psychedelic folk, agli espedienti per rendere il proprio suono originale. Settima prova solista, insomma, superata a testa alta.
Giulia Nuti
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Look Into The Light
This House In The Morning
If You Want Me
Perfect Love
Brave The Storm
Dead Bees
Sorrow's Army
Caspian Sea
Home
Humble Man
Feel Alright
Far From Everything
Tripping Over
November
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