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After the departure of the ex-Pogues and founder member Shane MacGowan, the Popes go on with their own musical career. Featuring Shane MacGowan as a guest, Outlow Heaven is a brilliant mix of rock and Irish music
Fondati nei primi anni Novanta da Shane MacGowan dopo la sua fuoriuscita dai Pogues, storica band che per prima ha contaminato di punk i tradizionali irlandesi, i Popes possono andare oggi orgogliosi di una carriera autonoma. Dall'inizio del nuovo millennio Shane MacGowan non è più il leader ma un collaboratore esterno della band, che ha proseguito la sua attività sotto la guida di Paul "Mad Dog" McGuinness. Il gruppo è riuscito, dopo tre album, a mantenere il livello molto alto, confermandosi, con o senza MacGowan, come uno dei custodi dell'eredità musicale dei Pogues.
Outlaw Heaven, il paradiso dei fuorilegge, raccoglie matrici musicali di tipo irlandese per contaminarle, più che con il punk, con un hard rock che su brani come l'apertura Black is the colour (che vede la partecipazione di MacGowan) rasenta quasi il metal.
Gli ingredienti che servono per la ricetta ci sono tutti: fiddle, benjo, mandolini, arrangiamenti di archi in stile tradizionale da una parte; basso, batteria, sventagliate di chitarra elettrica distorta dall'altro. Tredici brani originali ben assortiti vanno a costituire il pizzico di sale che garantisce la buona riuscita dell'album. Si passa dalle ballatone irlandesi di Let the bells ring out a quelle più dylaniane di Angels are coming, dallo strano esperimento pop ritmato di Raw (che tutto sommato ci sta) al racconto recitato di Slip Away, dai cantati metal di Black is the colour a quelli alla Tom Waits. A tratti un pò sguaiato, ma perfetto come colonna sonora per il paradiso dei fuorilegge.
Giulia Nuti
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01 - Black is the Colour
02 - Angels
03 - Raw
04 - Back in Your Heart
05 - Outlaw Heaven
06 - Boys Don't Cry
07 - Let the Bells Ring Out
08 - Shine
09 - Crucified
10 - Bastards
11 - Underneath the Blue Sky
12 - Slip Away
13 - Loneliness of A Long Distance Drinker
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