Nel suo nuovo album Sam Moore pasticcia con la soul music così come può pasticciare una voce nota e autorevole di quel genere con decenni di onesta carriera dietro le spalle.
Troppi ospiti chi non vorrebbe dettare con il grande Sam Moore ? troppe mani diverse danno discontinuità a un genere che richiede invece unità, concentrazione, pazienza, intimità. Fin dal primo ascolto è evidente che “Overnight Sensational “ sia la raccolta di più eventi catturati nel corso degli anni ( alcune sessions risalgono alla fine degli ottanta ) e ri assemblati in fase di missaggio.
Moore tenta la carta del black maintream ( don’t play that song, you ‘re beautiful, i can’t stand the rain ) ma resta sommerso dalla evidente mancanza di focalità del progetto. Certo! La voce è quella e il dictionary of soul completamente rispettato ma una profonda mancanza di originalità aleggia fra le tracce di “Overnight Sensational”.
Ad essere onesti Moore non cerca né ci comunica il bisogno di qualcosa di diverso da ciò che ci offre, ma il rimpianto di aver perso un a bella occasione attanaglia l’appassionato di questa musica, specialmente dopo i bei dischi di soul music degli ultimi anni ( nell’ordine) di Solomon Burke, Al Green, Bettye Lavette, Candi Staton.
In una epoca in cui tornano alla ribalta le penne di Dan Penn e Spooner Oldham, Tony JoeWhite, Don Nix la scelta produttiva di “Overnight Sensational”ci pare svenda l’intero impianto comunicativo messo in piedi da Sam Moore dai tempi di The Blues Brothers ad oggi. La riflessione si sofferma quindi sull’importanza degli autori, di un bravo produttore che raccolga le idee e le lasci crescere nella direzione più consona. Elementi questi che mancano a “Overnight sensational “ lasciano spiazzati gli amanti del soul e i fan del cantante.
“Overnight Sensational “ potrà quindi servire bene il turista distratto che frequenta Las Vegas piuttosto che Ocho Rios e il nostro Sam si guadagnerà con questo album qualche bell’ingaggio su questa o quella nave da crociera, ma dell’orgoglio della grande Swet Soul Music non resta proprio niente.
Nella pochezza generale svetta l’organo Hammond del compianto Billy Preston suonato proprio nella sua celebre “you’re beautiful” e una buona “We shall be free”.
Per il resto, siamo in caduta libera.
Ernesto de Pascale
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Track list
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