James Blood Ulmer Septet feat. Vernon Reid
Club La Palma, Roma 25/7/2006

Strano personaggio James Blood Ulmer,intendo musicalmente,che si accoppia perfettamente col più giovane Vernon Reid,fondatore dei Living Colour,in un concerto dedicato al blues. Entrambi hanno nelle loro radici sia il rhythm 'n blues che l'hard rock che il jazz. Ulmer ha suonato molto con il creatore del cosiddetto free jazz,Ornette Coleman,Reid con i Living Colour spesso si è fatto tentare dal metal: entrambi hanno dimostrato, c'era da aspettarselo, uno stile ed una tecnica chitarristica pregevolissimi. Le facili collocazioni non vanno bene per loro, addirittura i Public Image ltd. di John Lydon chiesero ad Ulmer di aprire il loro primo concerto a New York e sempre lui fu sotto contratto con la Columbia (non certo una etichetta di jazz) per diversi anni.

Il concerto vede un line up di tutto rispetto: Ulmer e Reid ovviamente alle chitarre,Charles Burnham al violino, Mark Peterson contrabbasso,Aubrey Dale batteria,Rick Steff piano e wurlitzer e David Barnes all'armonica. Formazione ottimale per un bel concerto di blues che ha rischiato di venire annullato per maltempo (sembra incredibile ma abbiamo temuto,c'erano tuoni e fulmini a profusione ma poi...due gocce e via). Filo conduttore del set l'album di Ulmer "No escape from the Blues" (Hyena records 2003) di cui sono state proposte tutte le dodici tracce.

Punti di forza, oltre alle chitarre, certamente le tastiere e l'armonica che hanno avuto molto spazio per i loro assoli. Mi aspettavo invece di ascoltare Vernon Reid in grande spolvero ma,evidentemente per non rubare troppo lascena al bandleader,ha molto contenuto i suoi a solo pur destando la solita ammirazione. James Blood Ulmer ha da anni,era il 1980 e usciva il suo "Are You glad to be in America?", ripreso il modo di cantare e, in parte, di suonare di Jimi Hendrix. Venne aiutato in questo da una serie di musicisti allora emergenti come Ronald Shannon Jackson,Oliver Lake e David Murray fondendo sempre più i generi ma uniformandosi a quello stile indubbiamente da lui ritenuto il migliore per sè.
Tra le canzoni eseguite da citare "Goin'to New York", "Who's been talkin'" di Chester Burnett,"You know,I know" di John Lee Hooker,"Come On (Let the good times roll)” di Earl King,"Ghetto Child" di Johnny Copeland e le sue "Are You glad..." e "Satisfy (Story of my life)".
Una serata piacevole e trascinante ascoltando del blues da cui, ogni tanto, facevano capolino rock e jazz da una formazione di grande valore.
Alessandro Mannozzi