Simple but effective return to form for Mrs Paul Simon
Torna sulle scene la Signora Simon, della quale in Europa ci ricordiamo per un solo brano di successo, “What i am” del 1989 in cui svettava la chitarra scoppientante come un bubble di Jerry Garcia dei Grateful Dead. Ne è passata di acqua sotto i ponti per Edi che dopo l’unione con Paul Simon ha dato sporadicamente segni di voler continuare la carriera professionale. Ecco allora che “Stranger Things“ si pone come un secondo esordio e la band, la stessa degli esordi di “Shooting Rubberbands at the Stars”, è oggi ben coadiuvata dal produttore Bryce Goggin (Phish, Trey Anastasio, Evan Dando, Herbie Hancock). Goggin ha tenuto tutta la formazione insieme, nella stessa stanza, per una performance collettiva costituisce il cuore di questo album, “Stranger Things”, tredici buone canzoni dal sapore folk rock sono sufficientemente senza tempo per segnalare l’album come la logica continuazione del precedente. Molto meglio ascoltarlo tutto che estrapolarne un brano qui e lì. “One last Time“ e “Oh my soul” funzionano più delle altre canzoni ma tutto l’impianto è ben amalgamato e può costituire una ottima compagnia e dovete viaggiare e volete ascoltare buona musica, senza fronzoli e ben a fuoco sulla scrittura.
Ernesto de Pascale
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Track list
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