. Guillemots - From the Cliffs
Guillemots - From the Cliffs
(Fantastic Plastic)
www.guillomots.com

Brillant messed up pop debut by this multi facets anglo/brasilian/canadian ensemble,reminiscing of Os Mutantes’s original line up

Anteprima dell’album “ Trough the windowpane “, “ From the Cliffs “ è il nostro primo incontro con i Guillemots, ensemble anglo/brasil/canadese che convince per una musica realizzata con grande sforzo compositivo.
Le canzoni del gruppo non risolvono mai e saltano da una apertura all’altra a dimostrazione di una qualità innata, tutta merito del principale compositore della band, Fyfe Dangerfield. Quando le sue doti ben si concertano con quelle del resto della band, che ci pare sempre pronta a scoprire nuovi confini, Dangerfield e soci generano un sorprendente risultato d’esordio.
Fyfe Dangerfield ha una buona voce, strano ma riconoscibile incrocio fra Paul mc Cartney, Scott Walzer, Lee Hazelwood e Gaetano Veloso; egli eccelle nell’uso del falsetto mentre gli altri Guillemots gli lasciano spazio come in “Over the stairs” dove per metà brano neanche si sentono fino a che non si esibiscono in una cascata di note da un pianeta sconosciuto, tra le cornamuse di “Mull of Kyntire”, Ummagumma e i brasiliani Os Mutantes.
Inventivi e strani al punto da chiedersi se non tendano a complicare le composizioni per una qualche sindrome da primi della classe ( “Who left the lights off baby” ne è un esempio, dai Supertramp ai loro opposti in solo 8 battute musicali), i Guillemots hanno messo insieme un album che ci resta simpatico per confusione e disordine (“Go away” la cui lunga coda fa dimenticare la canzone stessa) e che colpisce per una creatività non frequentemente riconoscibile in un gruppo esordiente. “From the Cliffs” include il video della conclusiva “Train to Brazil”, brano che già indichiamo come punto di forza dei loro show.
Ascoltando l’esordio dei “Guillemots” viene facile una riflessione su quanto poco o nulla si faccia qui da noi per raggiungere tale creatività a così tenera età e questo colpisce l’ascoltatore attento. Poi, però, non si può che essere felici per l’esistenza di una band come i “Guillemots” sperando che non lascino mai i loro impervi territori.


Ernesto de Pascale

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