Sembra proprio di vederlo Ramblin’ Jack Elliott, seduto e rilassato davanti ad un microfono che indistintamente potrebbe essere spento o acceso, a raccontare le storie di un’America lontana, che forse è esistita solo attraverso i suoi occhi e attraverso la sua bocca.
Jack Elliott e il figlio di Guthrie, è il padrino di Dylan, ma è soprattutto un esuberante stroyteller che in età ancora adolescenziale abbandonò la vita middle-class di un’agiata famiglia ebre di new York per rincorrere il mito del rodeo e, successivamente, per respirare la stessa polvere dei Dust Bowl di Woody Guthrie.
Il dato straordinario di questo disco è che l’ANTI, dopo aver scritturato in passato leggende come Tom Waits e Merle Haggard, ha compiuto il proprio passo più “oltraggioso” con il re dei folksinger, la Tradizione Popolare Americana in carne ed ossa.
E lo fa affiancadogli, in una sorta di parallelo con l’American di Rick Rubin, alcuni quotati musicisti provenienti da aree completamente diverse, Flea dei Red Hot Chili Peppers in primis.
Scorrono così pagine indimenticabili, vecchie cowboy songs come “Leaving Cheyenne” e “Old Blue”, piccolo sketch sonori come “Jean Harlow” che non fanno che ribadire l’assoluta informalità di queste sessions.
Del resto è poi possibile pensare ad una qualsivoglia pre-produzione con un istrione come Jack?
Ma è l’essenza dell’uomo che è qui catturata, come se fosse seduto in fronte a noi a snocciolare le prime canzoni che gli balzano alla testa tra le migliaia imparate in 50 anni di vita on the road.
Signori, giù il cappello davanti a Ramblin’ Jack Elliott: come ha detto Tom Russell, “a true American Original”.
Massimiliano Larocca
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Track list
The Memphis Dude
Sugar Ray
Home Sweet Soul
For all we know
Jòga
Horace Vorace
La Strada
Miss Soul
Daahoud
Prelude to a kiss
Back Home
Lisbon Stomp |