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General Stratocuster & The Marshals - General Stratocuster & The Marshals
(Horus Music/Audioglobe)

Quattro alfieri del rock italiano danno vita ad un supergruppo in grande stile. Proprio come “quelli di una volta”, verrebbe da dire.
I General Stratocuster & The Marshals, nati nel 2010, sono Fabio Fabbri alla chitarra (apprezzato sessionman e già autore di un esordio discografico autografo negli anni '90), Jacopo Meille (voce dei Mantra e degli inglesi Tygers Of Pan Tang, storica band della New Wave Of British Heavy Metal), Richard Ursillo al basso (tra i pionieri del progressive italiano con Campo di Marte e Sensation's Fix) e Alessandro “Nuto” Nutini (batterista della Bandabardò).
Il loro album di debutto è un viaggio alla riscoperta del Classic Rock più genuino, sospeso tra i Led Zeppelin e i Free, senza niente togliere alle aperture che guardano all'America delle grandi strade polverose, le stesse ritratte all'interno della copertina, quelle di Allman Brothers e Drive By Truckers.
E' un album di tecnica e cuore, di quelli idealmente divisi tra lato A e lato B: la band nasce proprio dall’amore per quella musica che si suonava e si ascoltava quando, appunto, ci si doveva alzare a metà del primo lato per cambiare facciata. I rimandi ad essa non mancano, nelle linee vocali accattivanti e 70s di Jacopo Meille, nell'accompagnamento avvolgente ma sempre deciso della sezione ritmica, negli assoli caldi e sentiti della chitarra di Fabbri. “Quelli di una volta”, dicevamo in apertura, ma il termine non porti fuori strada. I General riscoprono quel rock classico con fedeltà stilistica e grinta, regalando 10 brani originali su 11 (una è una cover di Fortunate Son), suonandolo veramente come si deve e rendendolo non certo meno attuale di quanto nomi internazionali e acclamanti come i Black Mountain hanno saputo fare in questi anni.

Giulia Nuti


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