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Roy Young - Memphis

Sweet Norhern Soul is back: England’s best remedy for rain, fog and mellow feelings!

La vita di Roy Young è una sorta di strada parallela a quella della soul music. Nato in Jamaica, una volta giunto in Inghilterra all’età di 13, viene presentato a Sam Cooke. A 15 anni abbandona la scuola e inizia e cantare con i The Work Shop, un gruppo di 9 elementi che percorre a suon di soul music la fredda e umida Inghilterra fermandosi nei club come il Bamboo Club di Bristol che diventeranno nomi leggendari del ‘Nothern Soul Movement’.

La sua carriera sarà costellata di incontri e collaborazioni importanti e camaleontiche: Long John Baldry e Arthur Brown, Marvin Gaye, Pat Rizzo dei War e The Four Seasons che parteciperanno al disco di Roy pubblicato dalla Emi nei primi anni ’80.

Nel frattempo Roy si trasferisce in Israele dove tutt’ora vive e suona. Israele diviene così il luogo di congiunzione tra l’Australia e L’America, i due continenti ai quali Roy deve essere debitore per la realizzazione di questo nuovo album intitolato ‘Memphis’. Gideon and Daniel Frankel sono infatti australiani e, innamorati della voce di Roy, decidono prima di scrivere nuovi brani per il cantante. 10 lunghi anni sono passati prima che il disco vedesse la luce, ma il risultato ripaga l’attesa. La voce di Roy in queste canzoni (tra cui la cover dei Rem ‘Everybody Hurts’) risplende per espressività come mai era successo, lasciandosi apprezzare in tutte le sue sfumature.

‘Don’t Call It Love’ non lascia all’ascoltatore il tempo di “prepararsi” alle doti di soul singer di Roy Young che offre subito un’interpretazione a cui è difficile non restare insensibili. ‘So Strange’ potrebbe essere un hit single se solo avesse l’esposizione mediatica necessaria o se Joe Cocker avesse la voglia di cantarla facendo così anche un favore a se stesso.

La produzione di Willie Mitchell, storico produttore soul di Memphis, esalta ogni singola nota delle canzoni che crescono di ascolto in ascolto ribadendo un concetto molto semplice: se la musica viene dall’anima, è difficile non rimanere catturati dal suo potere.

Jacopo Meille

Track List

Don’t Call It Love
So Strange
Everybody Hurts
Half Past July
The Age Of Sadness
Lamplighter
Jambitious
Turn Right At Midnight
Beautiful
Bring In The Dawn

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