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Graziano Romani suona dimezzato a Prato
L’organizzazione taglia i tempi mentre il concerto raccoglie applausi
Prato, Piazza Dell’Università, 2 Luglio 2007
Piazza dell’Università a Prato è uno dei tanti simboli moderni di grandi potenzialità mal sfruttate. Sorta come ideale punto di ritrovo, ben pensata, ben costruita, ha subito un lento oblio negli anni. Oblio dal quale pochi eventi tentano di risvegliarla.
Così può anche capitare che di fronte a un pubblico di passaggio si tenga la Festa del Servizio Civile, e può anche capitare che ad esibirsi ci sia un cantautore onesto e di talento come Graziano Romani.
Complice un problema audio di interminabile quanto imbarazzante durata, ogni evento della serata subisce una cospicua compressione, al punto che Romani è costretto ad eseguire solamente sette pezzi.

Con Giulia Nuti alla viola, il cantautore emiliano propone una rivisitazione acustica dell’ultimo album Tre Colori e di alcuni classici del proprio repertorio.
Trova così spazio Da Che Parte Stai, ripescata dal bagaglio dei Rocking Chairs, riadattata dall’inglese all’italiano.
Trovano spazio i pezzi simbolo di Tre Colori, la “Title Track”, Andare Andare Andare, Stesso Viaggio Stessa Città.
Con la passione che lo contraddistingue Romani cerca di coinvolgere lo scarso pubblico presente, superando per altro i problemi legati ad un sound-check inesistente. Quando però la platea sembra finalmente seguire il ritmo dei pezzi e apprezzare una qualità che non è facile sentire da queste parti, cala inesorabile la scure del rispetto (?) dei tempi. Frettolosamente costretto a “tagliare”, Romani esegue Dio Della Radio e si congeda dalla piazza.
Prato è così, grandi potenzialità mal sfruttate; poca pubblicità, poca attenzione per i particolari tecnici, poca attenzione per le buone espressioni artistiche. Il tempo passa, si va avanti con un ricordo di Don Milani, ben fatto tra l’altro, ma tutto è sempre così amatoriale, così provinciale. Piazza Dell’Università resta al buio stasera, le luci, se ci sono, sono fiamme emiliane.
Matteo Vannacci
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