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Il blues di domani
Colosseum, Tomorrow’s Blue
s
(Q-rious)



Dopo aver lasciato nella storia della musica riconoscibili segni in passato (Valentyne Suite, 1969. Primo album dell’etichetta progressive Vertigo e caposaldo del prog inglese), i Colosseum tornano sulle scene con un nuovo album e la voglia di lasciare qualche traccia del loro passaggio anche oggi. Non è al passato che le migliori band rivolgono infatti lo sguardo, ma al futuro. “Tomorrow’s Blues” è un album fondamentalmente di blues, ma è la dimostrazione di come i Colosseum sappiano giocare con “la musica del diavolo” e trasformarla in un prodotto solido, ben strutturato, classico all’ascolto ma altamente riconoscibile. I tipici giri di accordi blues si fondono ad incisivi riff che spesso attingono al progressive e che coinvolgono indistintamente basso, chitarra e strumenti a fiato. Quanto alla creatività compositiva, già le cose vengono messe in chiaro in apertura di disco con “Tomorrow’s Blues”, brano completo e, a parte il suo dare il titolo all’album, giustamente posto all’inizio perché ben presagisce che tipo di album aspettarsi. L’apice dell’uso singolare degli accordi e delle divisioni si raggiunge su “Take the Dark Times with the Sun”, pezzo bello e collocato al giusto posto in scaletta, un jolly giocato a metà album per riportare l’attenzione anche dell’ascoltatore più distratto in alto e catturala fino a fine disco. Negli strumentali tornano in luce sia il passato progressive della band che le loro abili capacità di strumentisti. Il sound, benché a distanza di tanti anni dal loro massimo momento di gloria, non costituisce ( e non potrebbe costituire) un problema. I Colosseum del 2000 sono motivati, compatti, trascinanti e suonano con swing. Dick Heckstall-Smith, uno dei più gettonati strumentisti a fiato della storia del rock-blues inglese, si mette in mostra con il suo sound inconfondibile per nitidezza e varietà di temi, contribuendo alla riuscita di un album che a tutti i fan e ai nostalgici farà venir voglia di riscoprire l’intera discografia del gruppo.

Giulia Nuti


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