.


Locomotive, We are everything you see
(Eclectic)


Uno dei segreti per cui i grandi gruppi si affermano come tali è quello di trovarsi al posto giusto al momento giusto, perché non sempre del buon materiale riscuote il successo che merita se si trova nel contesto sbagliato. I Locomotive sono uno di quei gruppi per i quali la mancanza di tempismo ha significato, indipendentemente dalla qualità della musica, rimanere per sempre nella schiera di coloro che ce l’hanno quasi fatta ma che non hanno mai raggiunto il pieno successo. “We are everything you see” fu pubblicato nel 1970 dalla Parlophone, divisione della EMI, dopo lunghi ed estenuanti mesi di rinvio della data di uscita, dovuti forse al fatto che l’attenzione della EMI in quel periodo era in buona parte focalizzata sul lancio della sua nuova etichetta di progressive, la Harvest.
Oltre ad affaticare i musicisti, l’attesa fece sì che l’album uscisse in un momento diverso rispetto a quello per cui era stato esattamente concepito. Norman Haines, voce e tastiere, da lì a poco lasciò la band, rifiutando un posto negli Earth che non molto dopo avrebbero cambiato il loro nome in Black Sabbath. Oggi l’Eclectic riporta finalmente “We are everything you see” in superficie, con una ristampa rimasterizzata dell’album originale con l’aggiunta di sei bonus tracks. La musica dei Locomotive dimostra di sentire l’influenza del primo progressive, di cui sperimenta i linguaggi, pur mantenendosi vicina al blues e alla psichedelia inglesi. Si recuperano infatti certe strutture armoniche e l’uso degli strumenti a fiato come sezione. Spesso i brani scorrono fluidi, senza costrizioni strutturali ma presentati come sequenze di parti o variazioni. Il gruppo ha familiarità con l’utilizzo di diversi tempi metronomici mescolati fra loro, e sa sperimentare anche l’uso degli strumenti ad arco. Le caratteristiche che si rilevano da questo disco sono in sintesi quelle di una band che, almeno sulla carta, avrebbe avuto tutte le possibilità di progredire nella ricerca e nella definizione di un proprio sound, migliorando l’organizzazione di alcuni aspetti che in questo primo e unico album si dimostrano già ottimi ma in attesa di raggiungere il proprio apice e una forma più matura.

Giulia Nuti




tutte le recensioni

.
.

eXTReMe Tracker