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Sun Ra Arkestra alla Flog
Firenze, 9 marzo 2004


Quando montano sul palco con i loro strumenti e gli abiti di scena ricuciti alla bellemeglio dalle mogli un minuto prima di partire i quattordici musicisti della Sun Ra Arkestra paiono solo personaggi in cerca d’autore. L’età si fa sentire, la mancanza del grande visionario, un ricambio di pubblico difficile da ipotizzare visto la diffidenza imperante oggidì. Marshall Allen, l’anziano Marshall Allen li guida ed è l’unico che paia sappia il fatto proprio. Spinto dal postulato infallibile che ”….the spirit makes no mistakes…”il musicista che più a lungo di ogni altro fu al fianco di Sun Ra inneggierà per l’intero corso dello spettacolo a forze superiori e spirituali. Allen che nonostante suoni ancora oggi furiosamente “in” ed “out” dai brani dell’Arkestra è chiramente un emulo dell’alto sassofonista dell’orchestra di Duke Ellington Johnny Hodges ed nei brani più tirati il suo suono rimembra non poco quello di Earl Bostic, insomma il meglio che un altoista che non voleva ispirarsi a Charlie Parker poteva trovare su piazza nei cinquanta. Allen, diplomato al conservatorio di Parigi, fu per Sun Ra una figura importante e i musicisti dell’ Ensemble credevano a volte più a lui che allo stralunato pianista. Ancora oggi se l’ Arkestra è in vita lo si deve a Marshall e anche alla Flog di Firenze il miracolo si è compiuto; e dal nulla la figura di Sun Ra è tornata ad aleggiare forte nella sala fiorentina richiamata a gran voce dai musicisti sul palco, rievocata da passaggi a volte terribili a volte gloriosi, da blues sbilenchi e ballad commoventi alternate a cacofonie organizzate che paiono scritte per mandarti a casa anzi tempo. Tutto questo per riaffermare la propria libertà, anche la propria negritudine ipotizziamo noi, e per ricordarci che The Space is The Place!.



Ernesto de Pascale


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