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Massimo Bubola – Waterboys
Firenze, Saschall, Irlanda in festa, 18 marzo 2004


La kermesse Irlanda in festa, è diventato un appuntamento immancabile per gli appassionati di musica e cultura irlandese, vuoi per il fascino delle atmosfere, vuoi per la sempre più alta qualità degl’artisti che vi prendono parte. La serata del 18 marzo era una delle più attese, sia per il ritorno sul palco di Massimo Bubola dopo la pubblicazione del fortunato Segreti Trasparenti, ma soprattutto per l’esibizione dei Waterboys, da sempre considerata come una band di culto degli anni 80.


Massimo Bubola, apre la serata, con un set in completa solitudine con il solo ausilio di chitarra e armonica, il risultato è una performance di altissima qualità in cui emerge in modo incontrastato il talento del veronese come songwriter-performer. Sfilano così in un’atmosfera raccolta, data degli arrangiamenti tanto scarni e diretti quanto toccanti e efficaci, capolavori come Fiume Sand Creek che ha aperto il set, Sally, durante le prove addirittura eseguita in inglese ed Eurialo e Niso, scritta in origine per i Gang ma riletta in una efficacissima chiave dilaniana. Non manca un breve stacco intimistico con Quella Campana, da Segreti Trasparenti, cantata in modo commovente e soprattutto la splendida e sempre richiestissima Cielo D’Irlanda in cui Bubola ricrea con l’armonica il sound irish del violino.

Dopo l’applauditissimo set di Massimo Bubola salgono sul palco i Waterboys in un inedita formazione acustica a tre con Mike Scott alla chitarra, Richard Naiff al piano e lo "storico" Steve Wickham al violino. Il concerto parte dal repertorio più recente ovvero da Universal Hall, seguita da The christ in you e Every breath is yours, per poi tornare lentamente indietro al passato per la gioia del folto pubblico di aficionados. Scott mette in mostra subito il suo stile chitarristico molto percussivo e la sua voce davvero perfetta, meno convincente è Naiff che al piano elettrico dimostra di inventare poco pur giocandosi in modo degno le parti ritmiche, ottimo al contrario Wickham che inventa, improvvisa e dipinge con il suo fidato violino. Poi si passa ai capolavori del passato come The Pan Within e Sweet thing dal repertorio di Van Morrison, con in coda un accenno a This is the sea e When ye go away, si entra così nel vivo delle atmosfere trascinanti e coinvolgenti dei Waterboys, verrebbe voglia di scatenarsi ma le sedie invitano a gustarsi il concerto con calma. Vertice dell’esibizione del gruppo di Mike Scott è sicuramente la splendida versione molto teatrale di Don't Bang the Drum accompagnato dal solo Naiff al piano, il risultato ricorda la versione incisa dal vivo alla BBC e usata come B-side di un singolo.

Dal repertorio di Room To Roam arrivano poi Life of sundays e A man is in love, impreziosite dal magico violino di Wickham che infarcisce i brani di travolgenti gighe e stacchi di grande classe. Insomma che dire l’Irlanda non è poi così lontana, per una sera è bastato chiudere gl’occhi e ascoltare la musica per sentirla vicina.

Salvatore Esposito




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