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Zero 7
When It Falls

(Ultimate-Dilemma/CGD)



Zero 7 è la ragione sociale che nasconde i nomi di Henry Binns e Sam Hardaker, arrivati appena al secondo disco ma con un ruolino di remix (tre su tutti, lo splendido lavoro fatto con Provider dei N*E*R*D, Love Theme From Spartacus di Terry Callier e Up With People dei Lambchop) talmente perfetti da rivelarsi ideali per capire in che modo si deve mettere mano ad un pezzo, come sia possibile apporgli il proprio suono senza snaturarlo. When It Falls è il loro secondo album, e riparte dalle fortunate basi che i due avevano gettato nel 2001 con Simple Things, disco dal suono assolutamente etereo, che trae ispirazione dall’elettronica più rarefatta, dal soul e dal jazz elettrico dei primi anni ’70. E’ una formula baciata da ottime vendite planetarie e abile nel riprendere in tempo il discorso inaugurato dagli Air di Moon Safari, a cui sinceramente i londinesi devono molto, ma anche capace di proseguire lungo una strada meno legata all’Europa che da sempre aleggia nell’immaginario del duo francese. When It Falls comunque non è una progressione, e anzi viene difficile pensare ad un disco più conservatore di questo, dove voci ed arrangiamenti portano avanti una visione già perfettamente incarnata da quanto fatto in precedenza. Ad accompagnare i due produttori c’è il consueto battaglione di cantanti, e la buona notizia è che il timbro soul di Mozez prende ancora parte alle registrazioni. Con lui sono riconfermate anche Sophie Barker e Sia Furler, ovvero le due voci femminili che avevano graziato Simple Things, mentre Tina Dico è la nuova entrata per questo 2004, probabilmente inserita per dare a certi momenti (l’intensa Rise in particolare) dei connotati più radiofonici. L’inconfondibile suono del Fender Rhodes è ancora una volta la caratteristica più evidente dei pezzi scritti da Binns e Hardaker, e il contrasto con la delicata psichedelia degli arrangiamenti è ciò che illumina Warm Sound, Morning Song o la title-track, senza ombra di dubbio i momenti migliori di tutta la raccolta; altrove ci sono invece una Passing By che vuole fare troppo la canzone pop o una delicata Somersault incapace di raggiungere quel delizioso hit minore che fu Destiny. When It Falls ripropone dunque un suono che si mantiene fruibile senza essere per questo facile o vacuo, anche se a volte la sensazione di pilota automatico inserito è così forte che persino l’ordine delle tracce sembra ricalcare l’album precedente. E’ un peccato di poco conto forse, soprattutto a fronte della buona scrittura messa in atto anche stavolta, ma pone il dubbio sulla futuribilità del duo e sulla musica di produzione in generale, che sempre più spesso mostra di non sapersi rinnovare sulla lunga distanza.

Bernardo Cioci


Ernesto de Pascale


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