. |
Francesco De Gregori Magazzini Generali, Milano 22.03.2005 Il concerto che ha visto quasi per intero l’esecuzione del nuovo album, Pezzi, è stato aperto dalla programmatica A’ Pa, introdotta dallo stesso De Gregori come un brano dedicato ad un poeta del Novecento, Pier Paolo Pasolini, ed eseguita da lui come fosse una sorta di introduzione dal passato per il suo nuovo lavoro. Subito dopo si parte con la carrellata dei brani tratti dal nuovo disco, scorrono infatti veloci, Tempo Reale, Numeri Da Scaricare, La Testa Nel Secchio inframezzati di tanto in tanto con brani dal repertorio precedente debitamente e magistralmente riarrangiati per l’occasione come nel caso de Il Bandito e Il Campione, Un Guanto, in una inedita e leggermente sgangherata (qualche errorino nel testo e nella linea melodica) versione country con la pedal steel di Valle in bella evidenza e Buonanotte Fiorellino, eseguita in una versione vagamente blues che ci riporta dritto alle atmosfere di Moonlight di Love & Theft di Bob Dylan. De Gregori si presenta sul palco con la sua garage band. Prima che termini la prima parte Francesco presentando la band dice ammiccando: "questa è la mia band e io...io sono il cantante. Finchè me lo faranno fare....". E senza dubbio l’ironia sembra perfetta in questa circostanza dato che la sua band è davvero perfetta nel produrre un ruvido sound rock che di tanto in tanto incontra il country e il blues. Per i bis finali, De Gregori torna sul palco indossando un buffissimo borsalino e si lancia subito nel primo singolo di Pezzi, Vai In Africa Celestino, ormai da qualche giorno in heavy rotation in tutte le radio e poi nella commovente e toccante Gambadilegno a Parigi. Insomma un ottimo concerto, in cui abbiamo avuto la definitiva conferma del perfetto stato di forma di De Gregori, che sul palco offre uno spettacolo di musica e poesia come da tempo non si assisteva da queste parti, non risparmiandosi neanche un attimo a costo di saltare molto dilanianamente qualche strofa qua e là. |
. |
. |