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Grateful Dead : Hundred Year Hall
(Greateful dead/Rhino/Warner Bros)
www.dead.net

The dark side of famous Greateful Dead Europe 1972 has been revealed and it’s fascinating trip into the “try” area.
Quando nel 1972 la carovana dei Greateful Dead si imbarcò in un lunga tournee europea esportando da San Francisco ciò che rimaneva delle buone vibrazione dell’estate dell’amore portò con sé, inevitabilmente, anche tutta quella dose di follia che gli hyppies, e di conseguenza i musicisti, avevano costruita sulle rovine della Woodstock Generation.
Fu così che una celebrazione della vita, della gioia e dell’esplorazione della mente si risolse in un viaggio nel lato oscuro della percezione estremizzata anche dalle cattive condizioni di salute di Ron”PigPen” McKernan, organista e anima blues della formazione in “ viaggio premio” a pochi mesi dalla sua prematura scomparsa. Seguito da almeno un paio di Jumbo Jet stipati di fan imbarcati nella città d’origine i Greateful Dead, indeboliti dagli avvenimenti intorno a loro e dal peso dei primi sette anni di attività, iniziarono perciò a sintonizzarsi con i luoghi e la gente su una onda lunga e lenta, quasi riflessiva che caratterizzò più che mai i loro show.
La formazione della Bay Area celebre per le sue improvvisazioni totali si dedicò, quindi, un po’ meno a se stessa, e un po’ di più ad “annusare” i luoghi in cui si esibirono.
L’originaria del celebre triplo lp “Europe ‘72” nascondeva questa chiave di lettura, perché era il risultato di una cernita attenta e puntigliosa di “ certi ” aspetti della lunga avventura europea. Ma nei decenni a venire, con l’avvento del cd e la libertà di agire dei Dead diventata cifra imprenditoriale, gli archivisti hanno evidenziato nella pubblicazione di altri show come il gruppo avesse trasformato quel viaggio in un quotidiano diario di bordo sonoro.
In questo “Hundred Year Hall “ c’è un’atmosfera oscura che aleggia nel corso dei 142 del doppio cd. E’ l’atmosfera grave di un conflitto bellico non ancora dimenticato e di una difficile interazione fra le tematiche del peace and love e certo riformismo antico. Ne beneficiano quindi le improvvisazioni che scavano a fondo oltre l’accelerazione che le droghe assunte già di per se davano.
Così nel secondo di questi due cd “ Cryptical Envelopment “, stretta fra una splendida “Truckin’”, da una parte, e “ Comes a time “ e “Sugar Magnolia “ dall’altra, mostra uno straordinario interplay e livelli di rapporti intersensoriali che la dicono lunga su certe improvvisazioni asfittiche e inutile di alcune Jam Band.
Ernesto de Pascale
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