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Lorenzo Riccardi: Tra fiamma e candela
(Autoprodotto)
www.lorenzoriccardi.it


In Italy there is a very good songwriting scene. One of the artists who are part of it is Lorenzo Riccardi, that released a very interesting album where he plays some good songs inspired by Bob Dylan, Neil Young and Fabrizio De Andrè. He has a very genuine and original songwriting style and he will soon make himself known.

C’è un cantautorato in Italia che viaggia su un suo binario sicuro, lontano dalle politiche perverse delle major e soprattutto perennemente fermento. Lorenzo Riccardi è uno degli esponenti più interessanti di questo filone artistico, attivo già da fine anni ottanta, di recente ha pubblicato un ottimo disco dal titolo emblematico, Tra Fiamma e Candela. Ciò che colpisce di questo disco è il songwriting originale e genuino di Lorenzo che si rifà a solidissime influenze che vanno da Fabrizio De Andrè a Bob Dylan passando per Neil Young, per quello che concerne l’impostazione vocale. Ad affiancare Lorenzo in questo disco troviamo oltre alla prestigiosa presenza di Mauro Pagani, anche la mitica Wha Wha Band di Giorgio Cordini (famosa per aver in Amore e Guerra di Massimo Bubola) e Stefano Cattaneo, polistrumentista di sicuro talento. Il disco si apre con la ballad sincopata Il Diavolo Nella Bottiglia, uno scorribanda per chitarre acustiche molto ritmato dove emerge in bella evidenza il bouzuki suonato da Giorgio Cordini. In Riepilogo però c’è subito una sorpresa, la voce di Fernanda Pivano che recita una riduzione dell’ultimo capitolo di Moby Dick di Melville supportata dalle percussioni suonate dallo stesso Riccardi e da Cattaneo. Questo brano ci introduce meglio nell’atmosfera poetica dei brani successivi, quasi fosse una sorta di vero e proprio intro per quello che verrà dopo. Infatti Pettirosso, subito dopo irrompe con il suo tenue andamento vagamente country-rock trascinando con se una potenza espressiva davvero senza eguali. Controvento, il brano successivo è ottimo esempio di songwriting di protesta, in cui Lorenzo parla del problema dell’immigrazione, non risparmiando frecciate agli Stati Uniti visti come un impero di cui l’Italia è chiamata provincia. Una bella e graditissima citazione dilaniana appare come un lampo poi in Dare I Numeri in cui Lorenzo cita apertamente 2x2 di Bob Dylan, cogliendo ancora una volta l’occasione per inserire un testo davvero molto incisivo dal punto di vista poetico. Le variazioni sul tema dilaniano in chiave etnica di Successo Quotidiano e la quasi filastrocca In Mezzo Al Mar, spinta dalla tuba di Beppe Caruso, sono ancora esempi di canzoni baciate dalla “rara” dote della poesia in musica, che lasciano intravedere chiaramente un quadro davvero interessantissimo, fatto di arrangiamenti precisi e assai coinvolgenti, essendo spesso perfettamente ad uso dei temi trattati.
Sul finale arrivano poi i brani da ricordare e da riascoltare a lungo, Senza Parole e L’Angelo della Palude. Se la prima è una ballata ipnotica dall’incedere lento e sofferto, su cui giace un testo denso di poesia, la seconda è di gran lunga il miglio brano del disco, non solo per la preziosa partecipazione del già citato Mauro Pagani che regala al violino una performance incredibile, ma soprattutto per il testo molto evocativo e visionario. La lieve ballad acustica Candela chiude con Cielito Lindo un disco dai temi forti, trattati con la grazia della poesia e con l’arte della musica. Lorenzo ha un sicuro avvenire davanti a se, e questo disco non è che la conferma della sua completa e raggiunta maturità artistica.

Salvatore Esposito

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