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The Pogues: Red Rose For Me/Rum Sodomy And The Lash/If I Should Fall From Grace/ Peace & Love/Hell’s Ditch/Waiting For Herb/Pogue Mahone
(WEA Records)
www.pogues.com
La storia dei Pogues, è una storia non priva di fascino. Senza dubbio sono stati una delle band più curiose ed interessanti degli anni ottanta, e hanno portato con se nella mondo del rock tutta la loro scanzonata e travolgente vita fatta di eccessi, grandi bevute, tanta musica trascinati dal quel treno in corsa senza freni che risponde al nome di Shane MacGowan, leader e anima della band. L’importanza dell’opera dei Pogues nella storia del rock, non la scopro certo io, ma basterà dire che con la loro musica sono riusciti a creare un sound che partendo dalla tradizione irlandese si intrecciava in modo magistrale con il rock fino a sfociare in altre influenze spinto dagli ardori punk. Questa ondata di ristampe di cui ci andiamo ad occupare è senza dubbio l’occasione per fare il punto sulla loro carriera e sulla loro produzione ma soprattutto arriva proprio in concomitanza con una sorprendente ed inattesa reunion della band, nella sua formazione originaria, per un tour inglese. I sette album sono stati ristampati con l’aggiunta di numerose bonus track e soprattutto sono stati rimasterizzati e corredati di nuove liner notes, redatte per l’occasione da personaggi del calibro di Jim Jarmusch, Bob Geldof, Tom Waits, Steve Earle e addirittura da Stuart Pierce, difensore della nazionale inglese.
Red Rose For Me, 1984
E’ l’album che rivelò al mondo il talento dei Pogues, il sound viaggia a metà strada tra musica tradizionale e punk-rock acustico con riflessi accattivanti e coinvolgenti. Al disco originario sono state aggiunte sei bonus track all’epoca b-side dei singoli estratti dal disco, tra questi vale la pena citare una embrionale versione di Bogle And The Band Played Matilda Waltz e la zoppicante Muirshin Durkin, con Shane in vena di canti ubriachi notturni.
Rum, Sodomy And The Lash, 1985
Se c’è un disco per il quale i Pogues passeranno alla storia è senza dubbio, questo, travolgente, scanzonato, politically uncorrect, scomodo, alcolico e dissacrante. Parlare semplicemente delle canzoni è poi assolutamente inutile perché bisogna solo ascoltarlo per farsi un idea di quello che nasconde. Come bonus track presenta il rarissimo Ep Poguertry In Motion, dove troviamo la splendida ed evocativa Rainy Night In Soho, la polemica da pub, Planxty Noel Hill e la travolgente Parting Glass, oltre allo strumentale A Pistol For Paddy Garcia che starebbe benissimo in una colonna sonora di un film western ambientato in un pub di Dublino.
If I Should Fall From Grace With God, 1988
Il terzo disco di una band corrisponde spesso con la maturità artistica definitiva, in questo caso non è così, certo i grandi successi abbondano, la qualità delle canzoni è altissima, ma rispetto al disco del 1985, questo risulta molto meno spontaneo ed ispirato. Certo non si può non rimanere stupefatti di fronte al duetto storico tra Shane e Kristy MacColl in Fairytale Of New York ma la qualità delle bonus track è inferiore a quella del disco, fatta eccezione del medley The Battle March, un vero e proprio repertorio di marce da guerra dell’esercito irlandese e la storica The Irish Rover.
Peace & Love, 1989
Questo è senza dubbio il disco che segna l’inizio del declino della band, la qualità e il sound è intatto in tutto e per tutto ma quello che manca sempre di più, è la scanzonata follia che popolava i dischi precenti. Il disco in se è un disco senza dubbio molto corale, nel senso che alle parti vocali partecipano tutti i membri della band ma la qualità dei brani non è sempre altissima. Per quello che concerne le bonus track invece il discorso è del tutto diverso, in questo caso a nobilitare il disco sono proprio i nuovi brani. Infatti troviamo la splendida Star Of The Country Down, incisa in compagnia dei Dubliners, una travolgente e tambureggiante Yeah Yeah Yeah Yeah e una ubriachissma ma non meno coinvolgente cover di Honky Tonky Women dei Rolling Stones.
Hell’s Ditch, 1990
Hell’s Ditch rappresenta una svolta importante nella carriera dei Pogues, che avrebbe potuto dare un nuovo lustro alla band ma che rimase dopo questo disco lettera morta. Si tratta infatti del disco etnico della band irlandese, infatti sotto la supervisione dell’indimenticato Joe Strummer, i Pogues esplorano a loro modo suoni e stili nuovi. Tra le sette bonus track meritano una particolare menzione i due brani che vedono ancora una volta la partecipazione dei Dubliners, Whiskey In The Jar e Jack’s Herpes e una scarna resa di Rainy Night In Soho.
Waiting For Herb, 1993
Primo album dopo l’uscita dalla band di Shane, Wating For Herb, è uno dei dischi meno belli dei Pogues, infatti la leadership passata nelle many di Spider Stacy non porta nessun beneficio alla band ne tanto meno al sound estremamente involuto e povero. Unico brano davvero da ricordare è la bella Tuesday Morning che svetta nella tracklist. Solo tre le bonus track e per altro di scarso valore.
Pogue Mahone, 1995
Secondo album del dopo Shane MacGown, ancora una volta è Spider il protagonista del disco, in positivo ed in negativo. Se da un lato il suo songwriting appare più sicuro dall’altro la qualità dei brani resta impantanata in un continuo ritorno agli stilemi passati, come dimostrano Love You Till The End (presente anche come bonus track in una più convincente versione alternativa) e How Come. Unica piccola perla del disco è la cover di Bob Dylan, When The Ships Comes In in una versione davvero coinvolgente che fa il verso a quella eseguita dai Clancy Brothers al concerto tributo del 1992.
Salvatore Esposito
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