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Elton John : Peachtree Road
(Mercury/Universal)
www.eltonjohn.com


The latest two Elton John’s albums, wrote with the help of his ever mate Bernie Taupin, show Elton at his best. Don’t miss Peachtree Road, an album as good as old Elton’s masterpieces

Da qualche anno a questa parte Sir Elton John è tornato a scrivere grandissime canzoni e a mettere sul mercato bei dischi. Il più recente “Peachtree Road “ giunge a un anno e mezzo di distanza da “Songs from The West” un album in cui Reginald Dwight tornava ai propri esordi, al sound di “Tumbleeweed Connection”, “Empty Sky “, “Elton John “. In questo nuovo disco Elton, se è possibile, fa ancora meglio della volta precedente e licenzia 12 gioielli ancora scritti con la penna di Bernie Taupin mentre al suo fianco spiccano ancora le due colonne di sempre Dee Murray alla batteria e Davey Johnstone alle chitarre, due grandissimi coristi oltretutto il cui stile vocale è un marchio di fabbrica dei migliori dischi del baronetto inglese.
E’ importante porre l’accento sulla bellezza di questo disco perché la vita pubblica, dell’artista inglese oscura fortemente la sua avventura musicale oramai da troppi anni. Il fare estroverso ma allo stesso tempo socialmente impegnato di Sir Elton mette in secondo piano dischi come questo “Peachtree”.
Il recensore è fortemente convinto sin dai primi anni Settanta che Elton John sia uno dei più grandi cantanti di blues mai usciti dalla Gran Bretagna e che tutte le sue migliori composizioni siano pervase da un sentimento agrodolce che la penna di Taupin ha saputo elevare a messaggio universale. Così per questo album i due amici di sempre sono volti in Georgia per ritrovare un pò di quel deep soul impossibile trovare altrove. Ecco allora “ my elusive drug”, “freaks in love “ e poi una delle più belle canzoni che Elton abbia mai scritto “ All that i’m allowed”. “Peachtree Road “ è un disco in cui Sir Elton si ricorda anche del suo vecchio amore per il rock & roll ed ecco allora "“They calle her the Cat"”che pare uscita da "“Yellow Brick road " e molto altro ancora.
Ci auguriamo che con questi l’artista britannico sia in tour anche in Europa perché nel disco ci sono finezze stilistiche – soprattutto da parte di Davey Johnstone, un sottovalutato musicista che mosse i primi passi nel trio folk dei M agna Carta – che ci piacerebbe rivedere in concerto.
Chi non avrebbe scommesso una lira sulla capacità della coppia Elton John – Bernie Taupin di riscattarsi da tanta musica brutta ed inutile può mettere nel lettore questo album e godersi un gusto compositivo che non scade mai nel camp e nel glam , le due caratteristiche negative di Sir John, pur sfiorando i generi quasi con astuzia.
Elton John con l’avvento di talenti quali Rufus Wainwright e Anthony deve aver fatto mente locale che era venuto il momento di ricordare ai più giovani chi fosse e chi era, eventualmente, stato. Ne hanno beneficiato i fan della prima ora e non solo perché i più giovani si ritrovano con almeno due album imperdibili.

Ernesto de Pascale


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