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ROOTS MANUVA AWFULLY DEEP
(Big Dada/Ninja Tune), 2005
The title doesn’t exaggerate: Roots Manuva‘s latest album is really awfully deep!
Se dovessimo dar retta a quello che passa la televisione l’hip hop contemporaneo non sarebbe altro che quella musica superficiale fatta di soldi macchine e prosperose ragazze in bikini. Per fortuna abbiamo tutti gli elementi per ricrederci. Per esempio questo disco “Awfully Deep”, terza fatica del rapper e produttore londinese Rodney Smith, in arte Roots Manuva, reduce del precedente successo “Run Come Save Me che” (100.000 copie nel 2002 in UK).
Un hip hop tecnologico, fatto di bassi profondi e beat serrati, che sembra ora attingere dalle sonorità del dub, ora da quelle più vicine all’electro (”Rebel Heart”).
Da un disco della Ninja Tune non ci potevamo che aspettare una produzione dalle tinte scure e sofferte, vero e proprio marchio di fabbrica dell’etichetta. Un lavoro sui generis, che piacerà anche a coloro che non sono proprio fanatici delle rime. Interessante il rap atmosferico di “A Hounting”, senza l’usuale batteria.
Un disco intenso, viscerale; il titolo non è un’esagerazione: terribilmente profondo.
Dimitri Berti
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