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Garland Jaffreys - I’m Alive

ANTEPRIMA
The return of the New York City Matador
Garland Jeffreys - I’m Alive
(Universal)
www.garlandjeffreys.com

One of the greatest New York City serenader is back with two great new songs and a collection of his best oldies

Era scomparso. Scomparso come scompaiono i grandi. Senza tanto rumore, senza editti. Aveva lasciati dietro di se una lunga sequenza di ottimi dischi che erano stati la colonna sonora di una intera generazione che dalla seconda metà dei settanta ai primi ottanta aveva scoperto New York City attraverso le sue canzoni. Generazioni interculturali, generazioni di confine, rinascimentali come gli italiani, che lo hanno amato quando a casa sua era solo un nome di culto.

Garland Jeffrey, che torna con un raccolta delle sue migliori canzoni di allora e due nuovi brani in un album dal simbolico titolo di “I ‘ m Alive “ , è il suono della New York City interculturale ed evoluta dei tardi settanta pre AIDS. Il più grande pregio dell’artista di origine portoricana è sempre stato quello di capire che ogni canzone doveva avere il setting sonoro che si meritava. Jeffreys cercava questo setting nelle strade della sua città, come prima di lui aveva fatto Lou Reed, come contemporaneamente stava facendo Bruce Springsteen.

L’artista ha però aggiunto a tutto ciò un grado di conoscenza, di gusto europeo che ha spostato l’ago della bilancia e del piacere musicale. Dopo gli esordi nel 1969 con la band locale Grinder Switch, un primo album solista per la Atlantic nel 1973 registrato in tempi non sospetti in Jamaica, Jeffrey scopre l’Europa che direttamente influenzerà la sua migliore stagione, quella che va dall’hit radiofonico di “Wild in the Streets” a quello europeo di “Matador”.

La musica di Garland Jeffreys esprime ancora la stessa gioia di vivere, le canzoni hanno resistito all’usura del tempo e l’invito dell’artista è a “credere nelle possibilità umane”. Questa sua dichiarazione ci porta dritti a “I’m Alive “, cuna delle due nuove canzoni della raccolta e quella che dà il titolo al disco di ritorno. La sensazione di voglia di fare, di opportunità inesplorate attraversa la canzone come le sue migliori canzoni, tutte incluse in questo album.

Garland Jeffreys non era scomparso, a dire il vero. Aveva scelto strade diverse già molti anni fa, continuando a suonare dal vivo, scegliendo di vivere nel Lower East Manhattan piuttosto che lasciare la città dopo 9/11, continuando a mantenere rapporti con l’ambiente favorevolmente creativo della Grande Mela, con lo spirito positivo e il sorriso sulle labbra del ragazzo di strada di una volta.

La sua musica è stata la mia educazione sentimentale alla città di New York City e le sue canzoni le prime che ho ascoltato la prima volta che ho calpestato quelle strade, nel 1979. questa è un’altra storia, la storia d tanti
“I’m Alive “ è un buon titolo. Anche una bellissima canzone, come “The return of the Matador”, l’altro inedito della raccolta. Una buona base da cui ripartire. Garland Jeffreys lo insegna: nella vita bisogna sempre essere pronti a ripartire. Le canzoni servono anche a questo.

Ernesto de Pascale

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