. Popa Chubby – live

Popa Chubby – live
Auditorium Flog, Firenze
11 marzo 2006

Sono le 23 quando Popa Chubby sale sul palco accompagnato da una solidissima sezione ritmica formata dai giovanissimi Chris Reddan alla batteria e A.J. Pappas al basso. Al chitarrista basta tirare una corda della sua stratocaster consumata perché il pubblico si scaldi ed inizi a urlare la sua approvazione e a battere le mani. Sono infatti proprio gli spettatori i veri protagonisti della serata: numerosi, eterogenei, di un’età che varia dei sedici alla cinquantina passata, vestiti freak ed anche con giacca e cardigan. Durante tutto il concerto, mentre il nostro sciorina un assolo dopo l’altro, mi sono ritrovato più volte a guardare e studiare il pubblico che seguiva con attenzione quanto accadeva sul palco, ancheggiando quando la musica si faceva lenta e battendo i piedi ed agitando la testa non appena il ritmo si faceva incalzante. E’ sempre bello vedere un locale pieno di persone che vogliono ascoltare musica; è di buon auspicio,specie in una Firenze sempre più snobbata dal circuito dei concerti. All’improvviso però, vengo preso da un dubbio: non è che tutte queste persone pensano che quello che stiamo ascoltando sia blues? Perché stasera sul palco si suona rock, e chi lo suona è un chitarrista più carismatico che bravo, che sa vendere bene quello che tanti altri musicisti sanno suonare meglio, ma di blues non c’è traccia. Il blues non è la nota tirata quando tutti se l’aspettano, non è il susseguirsi meccanico di shuffle e blues lenti, non è la versione “caciarona” di ‘Hey Joe’ peraltro accolta dal boato dalla folla… il blues è tutt’altro: è dinamica, è feeling, è personalità, è uno stile di vita. Popa Chubby è un mestierante, lo sa lui per primo, ed il suo lavoro lo sa far bene, perché stasera abbiamo passato due ore gradevoli che hanno il pregio di far venir la voglia, una volta tornati a casa, di ascoltare qualche disco che da tempo non mettevamo sul piatto: ‘Electric Ladyland’ di Hendrix, ‘Beggars Banquet’ degli Stones, ‘I’m Ready’ di Muddy Waters. Ed anche questo è di buon auspicio, perché forse, qualcuno che ieri sera è stato alla Flog, nei prossimi giorni entrerà in un negozio di dischi e si comprerà un bel disco di blues. Noi siamo ottimisti, sempre.
Jacopo Meille

tutte le recensioni

Home - Il Popolo del Blues

NEWSLETTER

.
.
eXTReMe Tracker