. Paola Maraone, Paolo Madeddu – Da una lacrima sul viso

Paola Maraone, Paolo Madeddu – Da una lacrima sul viso…
Kowalski editore - € 11,50 pag. 310
www.kowalskieditore.it



An extraordinary book about the most depressive songs of Italian pop music. Ironic, sarcastic, a lot of fun

“Da una lacrima sul viso…ovvero come guarire i mali del cuore attraverso l’ascolto omeopatico delle 50 canzoni più deprimenti del pop italiano” è uno dei libri sulla musica italiana più esilarante degli ultimi tempi.
Si tratta di una rassegna delle 50 canzoni più deprimenti del pop italiano, che vengono analizzate per poi diagnosticare i mali che meglio rappresentano e suggerire l’adeguata terapia per l’ascoltatore, con una vera e propria divisione in “diagnosi” e “terapia”.
Tra i citati si passa da Cremonini e la sua Marmellata # 25 ad Antonacci di Se io se lei, dai Gemelli DiVersi di Mary al Tiziano Ferro di Sere Nere, sempre all’insegna della capacità di infondere nell’ascoltatore sconforto e tristezza.
La depressione dei brani viene completamente esorcizzata, e il quadro che ne risulta è davvero divertente.
Il lettore che si trovi davanti il volume in questione sullo scaffale di una libreria, a maggior ragione se appassionato di buona musica, potrebbe dubitare per un istante immaginando i contenuti del libro, visti i titoli citati.
Ma non c’è ragione di farlo, perché “Da una lacrima sul viso..” non si limita a sparare a zero sul top del trash del pop italiano . Il libro conduce analisi estese, commenta i testi, non spara missili di considerazioni qualunque che chiunque avrebbe potuto sparare. Con un certo garbo si avvicina anche a nomi importanti come La canzone di Marinella di De Andrè, I giardini di marzo di Battisiti, Com’è profondo il mare di Dalla. Perché il sottotitolo parla chiaro: non si tratta di una presa in giro delle cinquanta canzoni peggiori del pop italiano, ma di come guarire i mali del cuore attraverso l’ascolto delle cinquanta canzoni più deprimenti. Brutte o belle, importanti o meno che siano. Poi è chiaro, un po’ di malizia quando si parla di brani obbiettivamente dubitabili ci sta sempre bene.
Le motivazioni dell’inclusione della categoria delle “canzoni più deprimenti” vengono addotte con rigore e serietà quasi scientifica. I commenti sono sempre considerazioni basate su un inoppugnabile fondo di verità. Il tutto tornito con il necessario cinismo e con sempre vivido senso dell’umorismo, oltre che con una scrittura divertente e contemporanea che lascia il dovuto spazio anche alla citazione di qualche protagonista di gossip di attualità.
Davvero divertente soprattutto il commento ai testi, che a maggior ragione piacerà agli appassionati di buona musica perché tutto è basato su contenuti e considerazioni sensate.
Impossibile non ridere leggendoselo a casa.

Giulia Nuti

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