Prodotto da Poppa Chubby, questo nuovo disco di Bill Perry non deluderà i suoi estimatori, ma difficilmente gli consentirà d’allargare la sua sfera d’influenza nel panorama Blues odierno. Questo é un bene, perché di Blues “Raw Deal” ne contiene poco e Perry fa parte di un gruppo di musicisti di talento newyorkesi che farebbero miglior figura se integrati in un gruppo consono alle loro capacità, come é il caso di Arthur Neilson, il chitarrista di Shemekia Copeland. E’ vero che il Rock’n’ Blues vende magari poco ma sempre e comunque, però forse si potrebbe cercare ogni tanto qualche idea nuova, invece di riproporre chitarre roboanti, sezioni ritmiche martellanti, testi infantili. Nemmeno la presenza estemporanea di un ottimo musicista come l’organista Dave Keyes riesce a sollevare la cappa soffocante che circonda questo disco. Pezzi come « Gotta serve somebody », il soul-rock di « Live on » e « Another man » avrebbero meritato miglior destino in un disco che temo piacerà solo ai fans sfegatati di Perry il quale trova, secondo le cronache, nei concerti il suo ambiente ideale.

Luca Lupoli