A great album in wich Pink Floyd's guitarist Dave Gilmour finds his way to live happy and far away from today...

L'avventura cominciata nei primi anni '60 insieme a Syd Barrett ha portato il musicista di Cambridge,dopo una vita di successi con i Pink Floyd,a cercare riparo su un'isola. La metafora non è peregrina,può forse apparire scontato che ci si rifugi dove si possa dare tempo agli affetti,ai rapporti veri. Mi direte:qui si lavora tutti i giorni,come facciamo a "staccare"? Vedete,non è tanto quello...guardiamo un pochino dentro noi stessi:siamo veramente disposti a farlo? Vogliamo veramente affrontare TUTTE quelle questioni che abbiamo in sospeso con la nostra donna o con i figli che magari reclamano più attenzione? E' faticoso ma basta decidere che ne vale la pena,no?
Ecco,questo per il messaggio,adesso la musica. Un album eccellente in cui Gilmour,senza la piacevole gabbia rosa,spazia dal folk all'elettronica con risultati all'altezza delle sue cose migliori. Il cd è prodotto,oltre che da lui,da Phil Manzanera (el magnifico suona solo le tastiere) e Chris Thomas,vede la luce grazie al lavoro fatto insieme alla pianista Polly Samson e raccoglie un qualificatissimo gruppo di amici:David Crosby e Graham Nash (voci nella title track),Richard Wright e Andy Newmark insieme a Chris Stainton,Jools Holland,Georgie Fame tra gli altri e,ciliegina sulla torta,Robert Wyatt che rende "When I close my eyes" ancora più bella. La musica si colloca tra il folk e l'elettronica che mai come in questo caso tracciano una strada perfettamente logica musicalmente ed artisticamente. In alcuni brani non è possibile non andare ai momenti migliori della band di Cambridge ma Gilmour,se ancora servisse,si dimostra musicista di valore anche al di fuori dei Pink Floyd. Voce perfetta,chitarre magnifiche,atmosfere meditative e di tensione che Gilmour approfondisce da sempre ma qui c'è più possibilità di uscire dalla "macchina" pinkfloydiana e dai suoi rigidi schemi. E allora largo a qualcosa di più vicino alla terra,al mare e al cielo...come un'isola appunto.


Alessandro Mannozzi