Deja vù music perfectly written and performed: Louis are probably one of the top new artist devoted to old music.
Tira uno strano vento nel mondo del rock di questi tempi. Un vento forte ed impetuoso che porta con sé odori e sapori degli anni passati. Louis XIV sono dei ragazzi di San Diego, con già un’esperienza discografica con l’album ‘Black Licorice’ a nome Convoy. Si sono dedicati al progetto Louis XIV dal 2003, autoproducendosi un EP che ha portato il nome della band all’attenzione prima della stampa inglese e quindi in America. Prima di siglare per l’Atlantic, la band ha avuto modo di farsi conoscere andando in tour con The Killers e Von Bondies. ‘TBLSAK’ è uscito negli Usa nel marzo del 2005 e solo adesso esce in Italia. Il loro debut album è un viaggio nel sound inglese dei primi anni ’70, quando il glam rock furoreggiava nelle classifiche e Marc Bolan e David Bowie erano le star indiscusse del music business. Il disco è entusiasmante e disarmante al tempo stesso: l’atmosfera, le canzoni, gli arrangiamenti sono curatissimi e perfetti nel richiamare il sound glam: ‘A Letter To Dominique’ sarebbe stato un top single di Marc Bolan, ‘Illegal Tender’ sembra Jean Genie’, mentre ‘God Killed The Queen’ è puramente british fin dal titolo, ma da questo disco non esce una sola nota personale da parte del gruppo, che adotta regole e stilemi già collaudati, senza aggiungere niente. Sembra di ascoltare una nuova versione di ‘Faithfull’ di Todd Rundgren: una riproduzione acusticamente fedele di canzoni del passato. Ciò detto, ‘TBLSAK’ è un album che una volta messo nel lettore, sarà difficile toglierlo, perché ha comunque fascino e forza, proprio come quel vento che ti entra nelle ossa e poco importa quanto uno sia coperto.
Jacopo Meille
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