. Ray Russell - Goodbye Svengali

Ray Russell - Goodbye Svengali
(Cuneiform )
www.cuneiformrecords.com


Loving tribute to the late much missed arranger and orchestrator Gil Evans by his regular english sideman of the eighties, Ray Russell

Ray Russell, chitarrista britannico, coetaneo di John McLaughlin, prosegue le sperimentazioni che traggono spunto dai grandi album elettrici di Miles Davis, proprio quelli a cui il giovane McLaughlin partecipò come Jack Johnson, Bitches Brew.
A differenza però dal suo amico e coetaneo, Ray Russell è rimasto però più fedele all’idea di un jazz moderno e di ricerca grazie anche all’incontro nei primi anni ottanta con il grande arrangiatore Gil Evans. A lui è dedicato “Goodbye Svengali”, un disco intenso, dove il rigore e la concentrazione hanno il sopravvento sull’effettismo e sul virtuosismo, sin dalle prime note dell’iniziale”Everywhere”.
Per Russell la frequentazione dell’uomo che scrisse le partiture del celebre “Sketchess of Spain” per Davis( e molto altro fece nella sua lunga vita di grandissimo musicista) costituiscono un inprinting indelebile nella sua storia di musicista.
Dai Blue Flames di George Fame, in cui prese il posto di Mc Laughlin nella metà dei sessanta, alle collaborazioni, alcune davvero suggestive in coda a quel decennio (come il sottovalutato ma appena riscoperto primo album di “Bill Fay”, cantautore non distante da Nick Drake e oggi ristampato dalla Eclectic) attraverso la partecipazioni all’orchestra jazz del britannico Mike Westbrook e le coraggiose formazioni di cui fece parte nei settanta ( Running Men, Nucleus) fino a una lussuosa carriera da turnista al fianco di Cat Stevens negli anni d’oro di quello, Ray Russell ha guardato sempre oltre. L’incontro di Gil Evans nel 1983 fu però quello che illuminò definitivamente la visione artistica di Ray.
In “Goodbye Svengali” Russell tenta di proseguire lì dove il maestro si era fermato, con un gruppo invece che con un’orchestra, preferendo lo stile di disposizione d’accordi ed armonie tanto caro a Evans e optando sempre per sperimentazioni dai toni cinematici che lascino funzionare il cervello dell’ascoltatore senza opprimerlo (“wailing wall” in cui traspare una vasta conoscenza ed attenzione per lo stile dell’Hendrix più rumorista ed amplificato). Da solo o con il gruppo p così intelligente da non caricare mai la musica e di lasciare spazi a tutti e, soprattutto, a chi ascolta.
Risultato affascinante che si carica d’ulteriori significati nel duetto con Gil della mingusiana “Pork Pie Hat”, forse l’ultima registrazione di Evans prima della sua scomparsa, il 20 marzo 1988, che rappresenta il momento più toccante dell’intero ”Goodbye Svengali” .

Ernesto de Pascale

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