Derek Trucks Band brings you into a very deep mellow groove mood. Enjoy it !
“Songlines”, nuovo quarto album della Derek Trucks Band è il più groovy e convincente mai inciso dalla formazione fino ad adesso senza essere dissimile per modi ed impostazioni al precedente “Soul Serenade”, proseguendone le indicazioni stilistiche.
Il giovane Derek, da anni anche componente dela band della sua famiglia, The Allman Brothers Band, si è riservato fin da subito un posto nel cuore dei fan del gruppo della Georgia imponendo il suo stile personale che, pur prendendo spunto dalla tecnica slide dell’immenso Duane Allman, si è sviluppato verso altri lidi, armonicamente più vasti, timbricamente più solidi e saturi, melodicamente più definiti.
Su questi presupposti Derek ha voluto che la sua vita come musicista scorresse parallela accanto a quella della leggendaria band capitanata da Gregg.
La band che lo accompagna ormai da qualche anon nella sua sempre rigogliosa e mai scontata carriera solista è formata da Todd Smallie al basso, Yonrico Scott alla batteria, Kofi Burdbridge alle tastiere e al flauto, Mike Mattison alla voce e Count M’Butu alle percussioni che sono quanto di più solido Derek Truck potesse sperare di incontrare sul proprio percorso.
Pregio maggiore della Derek Truck Band è riuscire a amalgamare un materiale, originale ed altrui - “d’ascolto”, si apostroferebbe una volta ciò che la band suona e a cui resti legato ed attratto dallo stile un po’ acido, molto nero primi settanta, very deep- in una dimensione personale caratterizzata dal suo tono caldo e leggermente saturo ma anche dalla personalità del resto del gruppo.
Dall’iniziale “Volentered Slavery” del multistrumentista nero non vedente Roland Kirk, che sfocia nella successiva, originale, “I’ll Find My Way” attraverso il cantico indiano di “Sahib Teri Band/Maki Madni” dell’influente Nusrat Fateh Ali Khan, che immaginiamo dal vivo diventare un vero e proprio mantra corale, fino a “Revolution” del giamaicano Fred ”Toots” Hibbert, leader dei Maytals, che nelle mani della Derek Truck Band assume toni da naturale inno conclusivo per future esibizioni estive del gruppo tutto scorre bene in “Songlines” .
All’ascolto si delinea facilmente un’innata capacità della band di coordinare i pensieri con il corpo, le idee con la fisicità, una scommessa che va ben indietro nel tempo ma che non è più così scontato pensare vinta alla prima prova.
Ciò che più piace è che la scommessa che il gruppo gioca su stesso paia vinta insieme a un pubblico sempre più vasto, consapevole di essere parte di un evento su e giù dal palco, senza isterismi e dai toni e dai modi, anche quando il gruppo rompe gli indugi e si lancia in selvagge e furiose improvvisazioni, consapevoli.
Una consapevolezza che è ciò che distingue la Derek Truck Band dal resto di tante Jam Band, saltate al volo su un vagone in corsa che ci pare sempre più pieno, i cui posti migliori sono stati occupati già da un po’ da persone come il giovane Derek.
Ernesto de Pascale
|
|