The first concept album from Britain’s most independent band of the Seventies
Prosegue l’opera di ristampa ad opera dell’etichetta inglese degli ultimi album della Edgar Broughton Band. ‘Superchip’ vede Edgar Broughton recuperare il nome intero della band per pubblicare quello che è il primo concept album della band: un album fortemente polemico con il governo Thatcher e con lo sviluppo che la tecnologia e dell’informatica in particolare. Un disco che fu rifiutato dalle case discografiche a cui fu proposto e che vide la band costretta a crearsi una propria etichetta, la “Sheet Label” per poterlo pubblicare. Un disco in cui si fa largo uso dei sintetizzatori e che si ricollega alla new wave, almeno per quanto riguarda le scelte sonore. Fra citazioni di Frank Zappa (la title track) nell’uso cospicuo di parti recitate, a momenti più prettamente rock (‘Not So Funny Farm’), il disco soffre di una frammentarietà strutturale che il precedente ‘Parlez-Vous English?’ aveva superato. Lo spirito anarchico di Edgar Broughton torna ad essere protagonista assoluto ma questa volta non giova al disco che parte come concept ma non riesce a mantenere fede, almeno dal punto di vista musicale, ai suoi presupposti, rendendo l’ascolto non fluido. La bonus track ‘The Virus’, scritta nel 1995 ed inserita nella prima ristampa del disco ad opera della See For Miles, vede Edgar Broughton e suo figlio Luka, coautore del brano, tentare la strada della trance music, segno di una ferma volontà da parte del chitarrista di misurarsi con i nuovi linguaggi musicali.
Jacop Meille
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