Jack Palance first and only attempt to music: eleven dark stories told through 11 country songs.
Provate ad immaginare questa scena: 1969. Un saloon-bar di Nashville. Ad un tavolo siedono Johnny Cash, alias “The Man in Black”, Kris Kristofferson e l’attore Jack Palance. Impossibile sapere quanti bicchieri di whiskey siano stati bevuti durante la serata, ma di sicuro si è parlato di musica. Jack Palance vuole registrare un album country, approfittando della sua permanenza a Nashville. Il suo lavoro di attore in città è finito: ha recitato al fianco di Johnny Cash in un film per la Tv che narra le tristi vicende della marcia forzata della tribù Cherokee avvenuta nel 1838. Johnny era il capo indiano, mentre Jack aveva un ruolo secondario. Kris favorisce l’incontro tra Palance ed il produttore Buddy Killen, già bassista di Hank Williams all’età di 19 anni e vera leggenda vivente del country. Il suo nome è quello dietro la casa di edizioni ‘Tree Music’, detentrice dei maggiori successi country di sempre, compreso ‘Heartbreak Hotel’. L’incontro ha buon esito e Jack Palance non solo poté vedere realizzato il suo sogno, ma ebbe la possibilità di registrare un album, concepito per essere una sorta di specchio musicale delle sue interpretazioni sul grande schermo.
Nato a Lattimer, in Pennsylvania, nel 1921, Walter (o Vladimir) Jack Palanuik è il terzo di cinque fratelli. Il padre è un minatore, morto di cancro ai polmoni per avere troppo respirato carbone. Jack segue le orme del padre per qualche anno, poi diventa boxer semi professionista. Caparbiamente continua gli studi ed approda alla Stanford University. E’ qui che per la prima volta sale su un palcoscenico recitando in alcune commedie, e comprende che l’attore è la sua vera aspirazione. Con 100 dollari prestati dal suo compagno di stanza, va a New York ed inizia a recitare nei teatri off-Broadway. Elia Kazan lo nota in ‘Un Tram Che Si Chiama Desiderio’ al fianco di Anthony Quinn e lo scrittura per il ruolo di un killer infettato da un virus letale in ‘Bandiera Gialla’. Grazie alla sua interpretazione, viene nominato per l’Oscar. Il suo volto, segnato dagli anni in miniera e dall’attività di pugile, lo sguardo intenso, la corporatura robusta, lo faranno diventare ben presto la maschera del cattivo per eccellenza, del gangster spietato, dell’assassino a sangue freddo (‘So Che Mi Ucciderai’, del 1955 per il quale viene nuovamente nominato per l’Oscar insieme a Joan Crawford, sua partner nel film), del cowboy dal grilletto facile e mercenario (‘I Professionisti’ del 1966); anche quando sceglie ruoli diversi (‘I Mongoli’ del 1961 e il pastiche epico-religioso ‘Il Calice d’Argento’ del 1954 nel ruolo di Simon Mago), la sua fisicità prevale su ogni altra dote. La sua voglia di non rimanere legato alle dure leggi di Hollywood lo induce a scegliere di interpretare dapprima il ruolo dell’attore ricattato dal proprio produttore (interpretato da Rod Steiger) ne ‘Il Grande Coltello’, quindi quello del produttore americano senza scrupoli ne ‘Il Disprezzo’ di Jean-Luc Godard. La sua carriera sarà costellata perennemente da scelte coraggiose ed altre più legate all’immagine che gli era stata imposta, e culminerà con l’Oscar come miglior attore non protagonista per la sua interpretazione del cowboy duro e puro nella commedia ‘Scappo Dalla Città’; un riconoscimento dovuto per le molte altre grandi interpretazioni non premiate.
Il disco che Palance registra trae spunto dalla sua esperienza cinematografica e si presenta come una collezione di ritratti di perdenti, di uomini nati e vissuti sul lato opposto della strada: un ragazzo che vive lungo le rive del “fratello” Mississippi (‘Brother River’), la coppia di innamorati destinata ad una vita di stenti (‘My Elusive Dreams’), un carcerato senza più un briciolo di speranza (‘Blackjack County Chains’), uomini e donne che vivono nella notte della provincia americana dimenticata (‘Goodbye Lucy’). Jack Palance si rivela anche compositore con ben tre brani tra cui una ‘The Meanest Guy That Ever Lived’: una sorta di ritratto di un “tough man”, di un duro, che “sputa quando tutti gli altri piangono” e che “ride quando dovrebbe piangere”, che tante volte si era trovato ad interpretare.
Jacopo Meille
Per un riferimento su biografia e filmografia di Palance: www.imdb.com
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