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PIANORAMA
Festival Internazionale di pianoforte
Istituto Francese di Firenze, Piazza Ognissanti 2

10-16 marzo 2008


Romantic spirit arrives in Florence thanks to the music of six international pianists.


Nico Benadie

Una nuova generazione di artisti riscopre la vecchia Europa ripercorrendo il miglior repertorio di musica romantica, senza dimenticare la lezione di altri grandi maestri. Un repertorio che nonostante il passare degli anni è sempre un must per tutti i pianisti classici: una sfida che ogni autore e ogni brano lancia al pianista per tirare fuori la carica rivoluzionaria di quegli anni pieni di ideali. Custode di questo viaggio sulle note del pianoforte è Firenze, che con il suo fascino intramontabile ha ospitato dal 10 al 16 marzo il festival Pianorama. Sei artisti provenienti da cinque Paesi diversi hanno offerto la loro personale interpretazione dei più grandi compositori dell’Ottocento, riservando una sorpresa speciale anche per gli amanti del cinema muto. La musica solenne e monumentale di Bach e Beethoven, la delicatezza delle ‘immagini per piano’ di Debussy e Ravel, passando per le atmosfere intime di Shubert, Shumann e Brahms, senza dimenticare la poesia di Chopin. Ogni concerto ha presentato un cammino musicale attraverso l’ottocento tedesco, francese e austriaco (con divagazioni barocche e impressioniste), come nella tradizione dei festival d’oltralpe. Non a caso l’iniziativa è nata all’interno della migliore cultura europea radicata nel territorio, raccordo per una preziosa rete di artisti, di cui sono esponenti i consolati e le associazioni di Germania, Francia e Austria con sede a Firenze. Grazie a questo importante contributo, all’Istituto Francese di Piazza Ognissanti sono approdati pianisti poliedrici, come la parigina Sylvie Nicephor, cantante e ballerina; Ratimir Martinovic, artista e organizzatore del festival KotorArt nel Montenegro e il direttore artistico di Pianorama, il pianista tedesco Martin Münch, compositore e improvvisatore.


Martino Ratimir

Coerente con la filosofia del festival, la carrellata di concerti è iniziata con un omaggio alla passionalità del cinema muto e dell’improvvisazione. Una scossa potente è stata conferita dall’interpretazione di Martin Münch nell’accompagnamento dei film “Sunrise” e “Nosferatu” di Friedrich Wilhelm Murnau. L’espressività quasi caricaturale delle prime pellicole di celluloide e la drammaticità del chiaroscuro si sono congiunte con la cascata di note di Münch. Un pubblico variegato, di tutte le età, composto da stranieri, fiorentini, musicisti e semplici appassionati, è stato travolto dalle immagini e dalla melodia dei due racconti di passioni e conflitti. Sentimenti ed emozioni, spogliati dalle parole e vestiti dalla musica: le due serate guidate dal piano di Münch hanno rappresentato anche una lezione di comunicazione, forte e istintiva. Lo spirito del romanticismo europeo si è quindi calato sul palcoscenico dell’Istituto Francese con l’interpretazione della raffinata Sylvie Nicephor. L’eleganza della pianista parigina ha toccato l’apice nelle “4 Novelettes” e nelle “Scènes d'enfants” di Robert Schumann. Accanto ai grandi classici e ai loro brani più famosi sono stati presentati anche altri due autori di grande spessore come Cesar Franck e Karol Szymanowsky. Due rarità che sono state affidate alla sensibilità del musicista belga Hans Sluijs. ‘Combinazione ideale di intelletto e passione’: la critica ha definito così il talento del montenegrino Ratimir Martinovic, che ha offerto al pubblico di Pianorama una versione molto ispirata delle “Variazioni e Fuga su un tema di Haendel op. 24” di Brahms. Il talento dell’artista sudafricano Nico Benadie ha interpretato la splendida “Passacaglia in Do minore per organo” di Bach e della “Sonata N° 3” di Chopin. Il circuito internazionale messo in moto da Pianorama non poteva non accogliere i giovani talenti delle scuole di musica di Firenze e Fiesole. L’ultima giornata del festival è stata dedicata alle esibizioni della dodicenne Alessia Bongiovanni, che ha esordito emozionatissima e impeccabile con la “Sonata in Sol maggiore op.25 n°2” di Muzio Clementi, seguita da giovani già di grande temperamento come Claudio Capretti e Livia Zambrini (della Scuola di musica di Fiesole) che hanno interpretato a quattro mani “La Petite Suite” di Claude Debussy. Hanno concluso il viaggio nell’ottocento romantico Fabio Rosai e Thomas Loddi (del Conservatorio Cherubini), con un omaggio a Bach e Schumann.

Laura Tabegna

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Una nuova generazione di artisti riscopre la vecchia Europa ripercorrendo il miglior repertorio di musica romantica, senza dimenticare la lezione di altri grandi maestri. Un repertorio che nonostante il passare degli anni è sempre un must per tutti i pianisti classici: una sfida che ogni autore e ogni brano lancia al pianista per tirare fuori la carica rivoluzionaria di quegli anni pieni di ideali. Custode di questo viaggio sulle note del pianoforte è Firenze, che con il suo fascino intramontabile ha ospitato dal 10 al 16 marzo il festival Pianorama. Sei artisti provenienti da cinque Paesi diversi hanno offerto la loro personale interpretazione dei più grandi compositori dell’Ottocento, riservando una sorpresa speciale anche per gli amanti del cinema muto. La musica solenne e monumentale di Bach e Beethoven, la delicatezza delle ‘immagini per piano’ di Debussy e Ravel, passando per le atmosfere intime di Shubert, Shumann e Brahms, senza dimenticare la poesia di Chopin. Ogni concerto ha presentato un cammino musicale attraverso l’ottocento tedesco, francese e austriaco (con divagazioni barocche e impressioniste), come nella tradizione dei festival d’oltralpe. Non a caso l’iniziativa è nata all’interno della migliore cultura europea radicata nel territorio, raccordo per una preziosa rete di artisti, di cui sono esponenti i consolati e le associazioni di Germania, Francia e Austria con sede a Firenze. Grazie a questo importante contributo, all’Istituto Francese di Piazza Ognissanti sono approdati pianisti poliedrici, come la parigina Sylvie Nicephor, cantante e ballerina; Ratimir Martinovic, artista e organizzatore del festival KotorArt nel Montenegro e il direttore artistico di Pianorama, il pianista tedesco Martin Münch, compositore e improvvisatore.
Coerente con la filosofia del festival, la carrellata di concerti è iniziata con un omaggio alla passionalità del cinema muto e dell’improvvisazione. Una scossa potente è stata conferita dall’interpretazione di Martin Münch nell’accompagnamento dei film “Sunrise” e “Nosferatu” di Friedrich Wilhelm Murnau. L’espressività quasi caricaturale delle prime pellicole di celluloide e la drammaticità del chiaroscuro si sono congiunte con la cascata di note di Münch. Un pubblico variegato, di tutte le età, composto da stranieri, fiorentini, musicisti e semplici appassionati, è stato travolto dalle immagini e dalla melodia dei due racconti di passioni e conflitti. Sentimenti ed emozioni, spogliati dalle parole e vestiti dalla musica: le due serate guidate dal piano di Münch hanno rappresentato anche una lezione di comunicazione, forte e istintiva. Lo spirito del romanticismo europeo si è quindi calato sul palcoscenico dell’Istituto Francese con l’interpretazione della raffinata Sylvie Nicephor. L’eleganza della pianista parigina ha toccato l’apice nelle “4 Novelettes” e nelle “Scènes d'enfants” di Robert Schumann. Accanto ai grandi classici e ai loro brani più famosi sono stati presentati anche altri due autori di grande spessore come Cesar Franck e Karol Szymanowsky. Due rarità che sono state affidate alla sensibilità del musicista belga Hans Sluijs. ‘Combinazione ideale di intelletto e passione’: la critica ha definito così il talento del montenegrino Ratimir Martinovic, che ha offerto al pubblico di Pianorama una versione molto ispirata delle “Variazioni e Fuga su un tema di Haendel op. 24” di Brahms. Il talento dell’artista sudafricano Nico Benadie ha interpretato la splendida “Passacaglia in Do minore per organo” di Bach e della “Sonata N° 3” di Chopin. Il circuito internazionale messo in moto da Pianorama non poteva non accogliere i giovani talenti delle scuole di musica di Firenze e Fiesole. L’ultima giornata del festival è stata dedicata alle esibizioni della dodicenne Alessia Bongiovanni, che ha esordito emozionatissima e impeccabile con la “Sonata in Sol maggiore op.25 n°2” di Muzio Clementi, seguita da giovani già di grande temperamento come Claudio Capretti e Livia Zambrini (della Scuola di musica di Fiesole) che hanno interpretato a quattro mani “La Petite Suite” di Claude Debussy. Hanno concluso il viaggio nell’ottocento romantico Fabio Rosai e Thomas Loddi (del Conservatorio Cherubini), con un omaggio a Bach e Schumann.
Laura Tabegna

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