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Gene Taylor Live at Allunaetrentacinquecirca,
Cantù (CO) [07/03/2008]
Di Massimo Baraldi
L'appuntamento è Allunaetrentacinquecirca di Cantù, e questa non è una sorpresa. Dove altro potrebbe essere? In provincia di Como il locale di Carlo Prandini rappresenta l'ultima oasi felice per la musica di qualità e, parlando di un concerto di Gene Taylor, da questo punto di vista uno sa di poterci andare sul sicuro.
Alle 23 di venerdì 7 marzo tutti i tavoli sono ormai gremiti di una piccola folla curiosa ed eterogenea: bikers con o senza moto che Gene lo ricordano per la militanza nei Canned Heat, appassionati di rock 'n' roll che gli album dei Blasters li hanno tutti rigorosamente in vinile, cultori del blues diretto e senza troppi fronzoli alla Fabulous Thunderbirds... nonché qualche pistolino che un vero pianista boogie-woogie in azione non l'ha mai visto. E non intende perderselo.
Gene Taylor non si fa attendere né pregare, pacato e massiccio punta risoluto verso il palco seguito a ruota da due degni compari: Marco e Franco Limido, il cuore della Family Style Band; due fratelli che, in una ormai decennale carriera, sono riusciti a guadagnarsi ampi consensi e stima all'interno del circuito blues europeo e non solo.
Il repertorio alterna brani blues, in cui l'armonica di Franco e la chitarra di Marco sono solide e ben presenti, ad altri tipicamente boogie in cui le loro note, in riverente rispetto, si fanno rarefatte e sfuggenti. Tra i brani targati Limido "Everytime You Smile" e una coinvolgente rivisitazione di "Diving Duck Blues", poi tocca alla voce densa e asciutta di Gene farsi sentire. "Sugar Bee", "Jambalaya", "Rainin' In My Heart" di Slim Harpo, "Down The Road A Piece" sono solo alcuni dei brani in scaletta.
Gene Taylor apre la seconda parte del concerto in solitaria eseguendo in rapida successione vecchi standard come "Pine Top Boogie-Woogie" e "Honky Tonk Train Blues". Disinvolto, tranquillo, senza mai indulgere a gigionerie di sorta, Gene suona così come ha imparato dai vecchi Maestri che era solito scarrozzare in giro per la California con la sua patente falsa: semplicemente lasciando che le dita si rincorrano sulla tastiera in assoluta scioltezza. Il talento, si sa, non necessita di un gran contorno.
Dopo circa due ore di concerto eccoci infine al momento del commiato: i saluti vengono affidati a un incalzante "Boogie Medley" annunciato dalla slide di Marco Limido, esplicito omaggio ai Canned Heat. Il cappello ben saldo in testa, Gene non perde una mossa dei due compagni e tira delle gran zampate alla tastiera, con Marco e Franco che filano come treni e il pubblico surriscaldato ormai in loro balia. Fino alla fine. Gran serata, sissignore.
Massimo Baraldi
Foto di Massimo Baraldi
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