All killer, no filler ! Here comes the “world’s first alt-bluegrass band” with its excellent new release
Dopo l’esperienza con i Long Ryders, Sid Griffin, attivissimo giornalista musicale e autore del libro su Dylan Million Dollar Bash, oltre che della biografia su Gram Parsons Gram Parsons: A musical biography, fondava diciotto anni fa a Los Angeles i Coal Porters.
Nati come gruppo elettrico orientato al country rock, i Coal Porters hanno ricollocato il loro nucleo a Londra a partire dal 1992, e hanno subito una decisa svolta acustica dopo che Griffin è rimasto affascinato dalla musica acustica producendo un album dei Lindisfarne.
L’ultimo capitolo elettrico della band è il bellissimo tributo a Gram Parsons registrato nel 1998 al Garage a Londra, “The Gram Parosns Tribute Concert”, prima che il gruppo si trasformasse nella “prima band di alternative bluegrass al mondo”, definizione con cui oggi si presenta al suo pubblico.
Un primo approccio alla musica bluesgrass da parte della band, che cambia anche line-up, si ha nel 2001 con “The Chris Hillman Tribute Concert”. Il debutto discografico vero e proprio è del 2004, con l’album “How dark this heart will shine”. Oggi, con “Turn the water on, boy !”, si ha la sensazione che il nuovo progetto musicale della band abbia raggiunto la piena maturità.
“Turn the water on, boy!” è un ottimo album, che guarda alla tradizione (bella la cover di “Silver Raven” di Gene Clark), che utilizza gli strumenti inconfondibili della musica bluegrass (dal banjo al mandolino, passando attraverso fiddle e contrabbasso), che mantiene gli impasti sonori tipici di questo genere musicale, ma che può vantare un’attitudine grintosa e incisiva che farebbe invidia ad un gruppo punk-rock.
In scaletta si trovano brani come “Mr. Guthrie”, che vede al mandolino la partecipazione dell’ex -Byrds ed ex-Flying Burrito Brothers Chris Hillman, “Final Wild Son”, rivisitazione di un brano dei Long Ryders, la tenera “Butterfly Hearts”, scritta e cantata dalla figlia di sei anni di Sid Griffin e una manciata di ottime composizioni originali spesso firmate da Griffin o dal suo partner musicale Pat Mc.Garvey, che ha fatto parte in passato dei Coal Porters e appare in questo album come ospite e tecnico di registrazione. Il segreto della qualità dell’album sta proprio nella scrittura, così come nell’approccio fresco e non convenzionale al bluegrass, un approccio vagamente paragonabile a quello che i Pogues ebbero verso la musica tradizionale irlandese, che in Inghilterra sta facendo riscuotere alla band pareri favorevoli che scavalcano ogni barriera di genere.
Giulia Nuti
A Light From The Mountains
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Track List
Final Wild Son
Mr Guthrie
The Sound Of Life
Adam & Evil
Behind My Eyes
Silver Raven
Tea & Tobacco
Butterfly Hearts
These Four Walls
Here In The Dock
Fox Ate My Shoe
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