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INTERVIEW

The Beards: tra il Veneto e Big Pink

Intervista con Emanuele Marchiori

La storia dei Beards comincia nel 2005 nella provincia veneta con lo scopo di dar vita ad un progetto musicale nuovo nel quale confluissero i loro amori musicali ovvero The Band e Bob Dylan, passando per il blues di Howlin’ Wolf e il country  di Johnny Cash. Abbiamo intervistato Emanuele Marchiori, voce e piano dei Beards per parlare delle loro radici musicali e del loro nuovo album. 

In origine i Beards erano una tribute band di The Band e  Dylan... come si è evoluto il progetto?

Non ci siamo mai considerati una tribute band piuttosto abbiamo recepito molto da questi grandi artisti, compreso il rispetto per la personalità artistica propria e altrui, a nostro avviso è proprio un controsenso copiare qualcuno che ti ha insegnato a essere te stesso. Le nostre radici affondano nei Basement Tapes e si spingono molto in profondità, adoriamo Blind Willie Jonson, Howlin' Wolf, Muddy Waters, Merle Travis, Tennessee Earnie Ford, Hank Williams etc. etc. Come una volta disse Eric Clapton: “Per suonare come i Beatles devi ascoltare quello che ascoltavano i Beatles”. Diciamo che noi ci divertiamo un sacco a suonare, cantare ed ascoltare la musica che amavano Dylan and The Band ma è una cosa molto naturale. Max ama Smokestack Lightning di Howlin' Wolf da molto prima che Hubert Sumlin iniziasse la collaborazione con Levon Helm! Abbiamo scelto i riferimenti in base alla nostra personalità, siamo di origine contadina e lo dimostriamo nel nostro modo di suonare. 

Come è nato questo il progetto Mephisto Potato Sauce?

Ci siamo guardati attorno e abbiamo notato ciò che era evidente da quando siamo nati: la campagna Veneta! La nostra terra d’inverno diventa spettrale, ci sono giorni che tolgono letteralmente il fiato, la nebbia ti avvolge, le strade sono ricoperte di fango nerastro e la primavera sembra davvero la fine di un incubo. Ci siamo chiesti come mai un tale scenario sia stato ignorato dalla maggioranza degli artisti nostrani e da lì a poco, abbiamo approfondito la conoscenza del nostro territorio e dalla sua storia raccogliendo miti, leggende e fatti reali. La maggior parte del materiale è frutto di testimonianze orali e riguarda la vita dei contadini vissuti nell’entroterra tra Padova e Venezia in un periodo a cavallo tra gli anni 30 e la fine degli anni 40. Mephisto Potato Sauce nasce così, come un concept album che parla di una generazione e imprigiona in uno scrigno musicale gli antichi spiriti, buoni e cattivi, che rendono ancora inquietante l'aria umida che si respira da queste parti ed…. è un tributo ai nostri nonni! 

Quali sono state le principali ispirazioni per le canzoni?

Ad ispirarci sono state, da un lato la nostalgica serenità e gli antichi valori che permeavano certi racconti, dall’altro l’intensità espressa dalle  vicende più truci, dai racconti più oscuri legati ai “mostri” come il “rosteo senza sangue” (Bloodless rake) o l’umassa (Umassa in the distance). Abbiamo inteso queste creature come metafore di condizioni di sofferenza umana. Il rastrello vampiro che succhia sangue senza sporcarsi raccoglie in se almeno due significati: il lavoro nei campi e lo sfruttamento da parte del latifondista che dissangua il bracciante senza sporcarsi le mani. Molti blues parlavano di donne cattivissime ma in realtà attaccavano i proprietari delle piantagioni. Questo parallelismo e davvero interessante e fa capire quanto i confini tra gli esseri umani siano labili.

 

Durante la lavorazione del disco so che avete avuto contatti con Garth Hudson e Levon Helm, ci parli di questa collaborazione? 

Levon Helm ha supervisionato il master prima del missaggio definitivo già due anni fa. Per quanto riguarda Garth Hudson, siamo andati vicinissimi ad una sua partecipazione come ospite nel disco. Dopo un lungo tempo passato a scambiarci e-mail soprattutto con Maud (moglie e manager di Hudson), eravamo riusciti ad organizzare il tutto perché Garth andasse in studio per registrare alcune parti di organo. Putroppo è sfumato tutto perché in studio ci andò davvero ma per registrare un album con Daniel Lanois. Non abbiamo avuto il suo contributo in tempo per la chiusura del nostro lavoro, noi non eravamo, giustamente, una priorità e siamo rimasti con la bocca asciutta…almeno per ora!


Avete suonato anche negli States, ricordo la vostra partecipazione al tour di Last Waltz Ensemble se non erro... ce ne puoi parlare?

In quella occasione Mephisto Potato Sauce venne presentato in un’ edizione speciale a tiratura limitata chiamata “The Seeds to The South” ovvero “Sementi per il Sud” richiamando la grafica di un'antica busta di sementi di fagioli… abbiamo viaggiato attraverso undici stati, percorso 14.000 Km e anche venduto moltissimi CD! Last Waltz Ensemble sono degli amici fraterni, abbiamo vissuto momenti bellissimi dentro e fuori il palco, abbiamo fatto concerti anche con altri artisti, per esempio: Ike Stubblefield, Tony Tyler, Bruce Hampton, Caroline Aiken, Dirty Dozen Brass Band, Benji Shanks gente che suonava anche con Marc Ford. Siamo stati nei locali più belli della East Coast: il Smith ‘Olde Bar ad Atlanta, dove Max ha venduto anche una delle sue cravatte anni ’70, al Legends Corner, al mitico Tootsie, al The Stage a Nashville, al  Pourhouse di Charleston, al Visulite Theatre di Charlotte… insomma ce la siamo spassata! Nella nostra permanenza negli States abbiamo anche incontrato Levon Helm nel suo studio di Woodstock, dove fanno il Midnight Ramble. E’ stata un’emozione grandissima. Un’aspetto divertente di Levon è la cura per la sua limousine: l’abbiamo trovata parcheggiata o meglio piantata su di un cumulo di fango e detriti… Un vero farmer!

Avete in piedi altri progetti penso a quello del fumetto o al tributo a Johnny Cash, insomma i Beards sono qualcosa di più che un semplice  gruppo...dire eclettici è un eufemismo...

La musica in realtà è solo una delle discipline utilizzate, cerchiamo in tutti i modi di esprimere un immaginario legato a un preciso ideale di umanità e a valori di altri tempi. L’arte è usata per trasmettere questo concetto, è il fine ma anche puramente il mezzo per perseguire tale scopo. "The Beards" è considerabile un laboratorio piuttosto che un gruppo musicale. Il fumettista Gianluca Maconi è autore sia delle illustrazioni all'interno del booklet di "Mephisto Potato Sauce" sia, insieme a The Beards, del fumetto "The adventure of The Beards". Un fumetto che riprende la struttura dei film Spaghetti Western, dove le avventure si svolgono in un tempo irreale, dove il passato e il presente convivono e si mescolano senza soluzione di continuità. La rude frontiera americana e la limacciosa campagna veneta divengono un unico luogo, innocenza e rabbia, ironia e intensità si fondono in esilaranti avventure in terre che potremmo definire inesistenti oppure esistenti solo nella dimensione delle leggende Venete dalle quali prendono spunto. Al grande Cash oltre al tributo intitolato Diggin’ Fingers (uscita prevista per autunno 2009) abbiamo dedicato la prima ospitata  del fumetto. 

Parliamo della title track, dove traspare anche il vostro amore per Tom Waits?

Tom Waits mi ha trasmesso un gusto particolare per certe atmosfere fumose e per la ruvidità vocale. Credo apprezzerebbe una canzone ispirata a un tubero medioevale  recante la definizione Papale di “Patata demoniaca”. Una canzone che parla di una zuppa di patate spacciata per medicamentosa, responsabile però dello stesso dolore addominale che dovrebbe lenire, trascinando le persone in un vortice di dipendenza. Agghiacciante e attuale, certe cose funzionano così da molti secoli…….

Tra i brani più interessanti dal punto di vista dei testi mi vengono in mente Slowly Wagon e Whitle, ce ne parli?

Con Slowly Wagon e Whistle hai colto un esempio di nostalgica serenità e antica inquietudine. Slowly Wagon parla dell’emozione e della gioia di un bambinetto (mio nonno) che segue il padre a una fiera, il chiasso, i colori, i mediatori di bestiame che litigano per il valore di una mucca, tutto un universo vive ancora in questo brano. Una spasmodica attesa e un epilogo incredibile: una sola camicia per sette fratelli, ma un’esondazione di felicità! Whistle parla invece di come il fischio del vento potesse diventare un suono terrificante nella solitudine dei campi, rappresenta la paura di ciò che non si conosce e non si ha il coraggio di affrontare. I fischi del vento nel frastuono della frenesia cittadina non si ascoltano più ma certe paure antiche si fanno sentire ancora e come…

Parlando di The Farmer è dedicata a Levon Helm o mi sbaglio?

Eravamo a Woodstock quando Levon stava lavorando a Dirty Farmer con Larry Campbell, nella foto in cui tiene a battesimo il neonato Mephisto Potato Sauce The Farmer era già li bella e presente, una coincidenza?

Concludendo quali sono i vostri progetti per il futuro?

Vorremmo sviluppare la tematica affrontata con Mephisto e pubblicare dischi! Abbiamo moltissime idee e una sola vita, speriamo di avere molte altre occasioni per esprimerci. Vorremmo poi riuscirci a bere almeno una birra con tutte le persone incontrate nel nostro cammino in particolare con Val della Pollytone , gli amici TJ Cole e Mark Kramer dei Last Waltz, Alfred & Kevin dello studio di registrazione a Manhattan e… Levon se non deve portare la limousine all’autolavaggio!  

Salvatore Esposito 

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