Cheval Sombre releases his first album, produced by Sonic Boom. In the shade of Spacemen 3 and Spectrum
Il newyorkese Cheval Sombre debutta dopo vari singoli con il suo primo album full lenght, che lo vede lavorare in coppia con l'ex Spacemen 3 Sonic Boom, che lo accompagna a tastiere, effetti e percussioni e che ha prodotto, insieme al tecnico Nick Kramer, questo suo primo lavoro.
Autore di quasi tutti i brani tranne una versione di Hyacinth House dei Doors, Cheval Sombre canta, si accompagna con la chitarra e si districa tra vari tocchi di percussioni ed effetti.
Si tratta di un album soprattutto di atmosfera, dove le note si spartiscono la scena con le attese, i respiri e i silenzi. Musica totalmente minimale, dalla cadenza lentissima, dalle dinamiche sussurrate.
La mano del produttore si sente bene. Non mancano infatti le analogie con il sound dei gruppi a firma Sonic Boom come Spaceman 3 e Spectrum, con una cerca eco dei primi Spiritualized.
Persino la copertina, forse per gioco o più probabilmente per caso, ricorda quella di Recurring degli Spaceman 3.
Il problema dell'album è che si arriva alla conclusione dei suoi sessanta minuti in apnea: mai un colpo di scena, mai una sterzata ritmica, mai un brano in grado di lasciare veramente il segno. Si fluttua nel mare liquido dei panorami sonori che Cheval Sombre è in grado di evocare, ondeggiando rilassati tra il fondo e la superficie, ma senza emergere mai per prendere una boccata d'aria.
Dal punto di vista sonoro non si rischia né si sperimenta più di tanto, tenendosi su una linea ben curata ma tutto sommato classica.
Per un seguito più efficace ci vorrà maggiore varietà, maggiore incisività nella scrittura e la capacità di trovare un sound più personale e radicato nel nostro tempo. Un' attualizzazione più mirata della lezione di Sonic Boom, comunque capace nelle sue esperienze personali di guardare musicalmente al futuro e talvolta di anticiparlo, potrebbe essere già un buon inizio.
Giulia Nuti
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