A Folk, pop and acid progressive lost jem.
È bello addentrarsi nella storia che si cela dietro i Trader Horne, autori di questo unico album pubblicato nel 1969 e ben presto dimenticato a discapito del suo reale valore. Judy Dyble non aveva fatto in temp ad assaporare il successo come cantante dei neonati Fairport Convention che già si trovava, in compagnia del suo compagno Ian McDonald ad essere “arruolata” nelle retrovie della band creata da Robert Fripp ed i fratelli Giles. Di quel periodo si dice esista una versione del classico ‘I Talk To The Wind’ cantata da Judy che gareggia per intensità con l’originale.
Jackie MaCauley aveva legato il suo nome a quello dei Them di Van Morrison. Al suo ritorno dal Marocco, il chitarrista si dedicò alla scrittura di un album per bambini. Nessuno tra i più esperti conoscitori del folk rock sa come i due s’incontrarono dando vita ai Trader Horne. Di certo Judy portò pon sé la title track e l’intensa ‘Velveto To Atone’ scritta insieme a Martin Quittenton degli Steamhammer.
Il disco vive del fascino tipico dell’opera sospesa tra vari generi, indecisa su quale strada percorrere: folk o pop, formato canzone o mini suite. A dare continuità ci pensa la voce di Judy, chiara e nitida anche quando canta ‘Down And Out Blues, riprendendo quella ‘No-One Knows When You Are Down And Out’ di Bessie Smith. Tra una frivola pop song ‘Sheena’ strumentali simil medievali come ‘Three Rings For Elven Kings’ e folk song lisergiche - ‘Jenny Mae’ e ‘The Mutant’ la musica dei Trader Horne stordisce e incanta confermando quel valore di gioiello perduto a cui il tempo ha mantenuto intatto, se non aumentato, il potere evocativo.
Jacopo Meille
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Jenny May
Children of Oare
Three rings for elven man
Growing man
Down and out blues
The mixed up kind
Better than today
In the loneliness
Sheena
The mutant
Morning way
Velvet to atone
Like that never was
Here comes the rain
Goddbye mercy Kelly
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