Piano solo versions of traditional music from the Neapolitan area that Girolamo De Simone saves from falling into the oblivion
Napoletano, classe 1964, Girolamo De Simone pubblica un album che si colloca al più nobile degli incroci tra la musica classica e la tradizione. Patrocinato dall'Ente Parco Nazionale del Vesuvio, l'album sintetizza anni di ricerche su musiche e musicisti vesuviani e recupera brani della tradizione antica qui eseguiti in versione per pianoforte solo. Un album quindi dall'intento conservativo e filologico, che mira a salvare dall'oblio una fetta di storia importante della tradizione partenopea. E' proprio con le sue origini e con la sua terra che De Simone si ricongiunge in questo lavoro, missato alle pendici del Monte Somma e realizzato attraverso accurati lavori di ricerca e catalogazione (condotti con l'appoggio del Conservatorio di Napoli).
Ci sono frammenti di Vincenzo Romaniello, una "parafrasi da Gaetano Donizzetti, che sul Monte Somma, tra Pollena e Sant'Anastasia, prese a comporre la Lucia di Lammermoor", l'elaborazione di un inno e un canto alla Madonna dell'Arco e brani autografi. In chiusura due riuscite divagazioni rispetto al prevalente piano solo: un' elaborazione per spinetta (dell'inno alla Madonna dell'Arco) e l'improvvisazione di "organo e campane liete sul silenzio della natura del Convento della Verna", a chiudere un cerchio in cui radici popolari e spiritualità spesso si sovrappongono.
Non è il primo musicista (né il primo De Simone) a muoversi sul filone del recupero della ricca tradizione partenopea, ma Girolamo De Simone lo fa con un album aggraziato e che si ascolta bene, oltre che di nobili intenti.
Giulia Nuti
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Fabulae Contaminatae
Tristezza dell’Anima
Ave
Ultima Prece
Tramonto
Il tramonto e Donizetti
Canto dell’Arco
Inno alla Vergine
La Verna
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