.

Coco Montoya – I want it all back
(Ruf Records/Egea)
www.cocomontoya.com

Sorprendente. Così può essere classificato I want it all back, nuovo album di Coco Montoya e primo inciso con la Ruf Records. A tre anni di distanza dal precedente “Dirty deal”, il chitarrista californiano riesce a spiazzare tutti i suoi fans con un album che presenta molte novità, insolite per chi ha seguito la carriera di uno dei più apprezzati chitarristi blues. Prodotto da Keb’ Mo’ e Jeff Paris, “I want it all back” fa pensare di essere di fronte ad un album di blues, ma la sorpresa, come anticipato, è dietro l’angolo. Montoya ci consegna un album intriso di soul, di quelle atmosfere oldies lasciando intuire i suoi trascorsi di chitarrista blues e, pur senza abbandonare la sua chitarra, per la prima volta nella sua carriera si presenta nelle vesti di cantante.
Una manciata di cover, qualche spunto chitarristico di buona fattura, una voce che si fa apprezzare pur senza creare particolari emozioni, eppure il cd si fa apprezzare sempre più ad ogni ascolto. Il suono risulta essere troppo pulito rispetto a ciò cui Montoya ci aveva abituati. Nessuna goccia di sudore trasuda dalle note dei brani di questo cd, eppure ci si attendeva altro dalla produzione di Keb’ Mo’. Ecco cosa rende questo disco sorprendente, in questa strana e gradevole operazione realizzata da artisti che hanno sempre dato una impronta diversa ai loro lavori.
Non manca di farsi sentire la Telecaster di Montoya, manca però di quel furore che ha marchiato il suono del californiano. Tutta la band si adegua ad un progetto che di blues ha ben poco. “Hey senorita” dei Penguins, “Forever” delle Marvelettes, “The one who really loves you”, brano scritto da Smokey Robinson per Mary Wells, sono classici della musica soul e la loro influenza si sente anche in pezzi come “Don’t go makin’ plans”, scritta da Montoya e da Paul Barrere dei Little Feat, in “I want it all back” e “She’s gonna need somebody”.
Ma il blues non poteva essere messo da parte completamente. “Fanny Mae”, classico di Buster Brown, ci fa “respirare” l’aria dell’alta montagna, ma quello che Montoya ci regala in compagnia di Keb’ Mo’, Jeff Paris, Reggie McBride, Steve Ferrone, Rod Piazza e consorte, Honey Alexander, è come un’oasi nel deserto.
La rilettura di “Somebody’s baby” di Jackson Browne chiude un album insolito che non mancherà di piacere per la sua freschezza ma che lascerà l’amaro in bocca ai fans di Coco Montoya.

Giuseppe Panella

Hey Senorita
I Want It All Back
Forever
Cry Lonely
As Close As I Have Come
The Life Of My Broken Heart
The One Who Really Loves You
Fannie Mae
Don’t Go Makin’ Plans
She’s Gonna Need Somebody
Somebody’s Baby

tutte le recensioni

Home - Il Popolo del Blues

NEWSLETTER

.
.
eXTReMe Tracker