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Moreland & Arbuckle – Flood
(Telarc International / Egea)
www.morelandarbuckle.com

Un inizio frizzante ed il tempo sembra non essere passato. Era il 2008 quando Moreland & Arbuckle era riuscito ad entusiasmarci con i suoni del loro cd, “1861″, ed a distanza di due anni tutto riprende da lì. Pochi strumenti bastano per ricreare una atmosfera degna del miglior blues, la voce e l’armonica di Dustin Arbuckle ed il trip chitarristico di Garon Moreland sono il giusto connubio tra due artisti che viaggiano verso la stessa direzione, quella delle radici del Mississippi.
Passati alla Telarc i due bluesmen hanno mantenuto le caratteristiche che ce li avevano fatti ammirare nei dischi precedenti incisi per delle etichette indipendenti. Un suono grezzo fatto di chitarre distorte e di note acute dell’armonica. Un “diluvio” di note si abbatte sull’ascoltatore sin dalle iniziali “Hate to see you go (Little Walter)” e dal brano tradizionale “Legend of John Henry”, registrato dal vivo. Quest’ultima riesce a far muovere le montagne con il suo dirty groove riuscendo a trasformarsi, a giovarsi della “cura” di Moreland & Arbuckle.
E’ necessario un attimo di riposo e “Before the flood” riesce a darci un attimo di tranquillità. Sembra un’oasi che, però, dura poco più di un minuto. “18 counties” riprende gradatamente in mano la nostra anima e la fa sussultare, non le dà respiro. Il diluvio si placa nuovamente con l’arrivo di “Your man won’t ever know”, ballata intima acustica, che riesce darci un momento di grande sollievo.
Grande classe in “Don’t wake me”, con una slide guitar che “disegna” un suono perfetto sorretta dal piano e dall’armonica e con una interpretazione vocale di grande efficacia da parte di Arbuckle. Non deve essere trascurato il lavoro oscuro ma prezioso del batterista Brad Horner che riesce a dare maggiore potenza ad un motore ben rodato. Tutto suona perfettamente grazie alla buona intesa raggiunta dal trio che, pur suonando una musica apparentemente vecchia come il blues, riescono a rinvigorire e a dare una potenza inaudita ad un genere che difficilmente morirà. Basti ascoltare le due versioni di “Can’t get clear” per accorgersi del livello qualitativo che Moreland & Arbuckle hanno raggiunto con questo lavoro. Una versione elettrica ed una acustica, in chiusura, mostrano quanto i due abbiano raggiunto la piena maturità. Due chiavi di lettura per un brano che mostra il lato più intimo di questo lavoro.
Una lezione di stile da apprendere quella di Moreland & Arbuckle per tutti i giovani che suonano blues. “Flood” è un lavoro che mantiene vive le radici riuscendo a dare nuova energia e non mancherà di essere uno dei dischi più importanti di questo anno.

Giuseppe Panella

Hate To See You Go
Legend Of John Henry (live)
Before The Flood
18 Counties
Your Man Won’t Ever Know
Don’t Wake Me
Bound And Determined
Can’t Get Clear
Can’t Leave Well Enough Alone
In The Morning I’ll Be Gone
What You Gonna Do
Red Moon Rising
Can’t Get Clear (Banjo version)

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