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Billy Bremner - No ifs, Buts, Maybes
(Prima)

Second solo album by Uk’s ace guitar slinger

Billy Bremner da Aberdeen, chitarrista, cantante e turnista di lusso fu a cavallo fra i settanta e gli ottanta protagonista con Nick Lowe e Dave Edmunds di uno dei più sorprendenti, se non il più sorprendente, gruppo di power pop britannico, quei Rockpile passati dalla storia alla leggenda nell’arco di un solo album a coronamento di cinque anni di solida attività divisi fra Nick, Edmunds e la band stessa. La sua firma è quella di un solismo tagliente ed intelligente, logico ma con quelle curve a gomito titpiche del musicista valentuomo che sa entrare ed uscire da una canzone e da uno stile nel tempo di un solo lick.
Il suo fulminante intervento in “Back on the Chain Gang” dei Pretenders resta come uno dei più bei soli di chitarra del rock britannico e Bremner, quando richiamato da Chrissie Hynde per l’album “pace” nel 1990 non si fece scrupoli nel registrare in prima persona e in solo pomeriggio tutti i soli per quel disco.A quel’autografo sonoro seguì il non meno sorprendente solo in “ There’s a Guy down the Chip shop swears he’s Elvis” di Kirsty McColl per proseguire poi con ille sedute al fianco dei suoi eroi: Paul McCartney, George Harrison, Johnny Cash, Phil Everly. In questo suo secondo album solo Bremner conferma di essere figlio degli anni sessanta e, pur senza avere le qualità compositive di un Nick Lowe, allo stile di quello le canzone di billy fanno espressamente riferimento!, si percepisce lo skill, le qualità e come nella musica di RockPile la sua chitarra era inscindibile marchio di fabbrica dai contributi di Lowe ed Edmunds come nella felice “ Wheel we still call home “ o nella successiva “ The biggest fool in town “ dove fa vedere i sorci verdi a calibri più altisonanti di lui come Albert Lee .

Ernesto de Pascale

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