AA.VV. – Counter Culture 06
(Rough Trade)3 Cd
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Don't miss this wonderful example of how to develope independet music. Rough Trade is a place in which you can buy music with good suggestion, This anthology explain you everything.

La controcultura è uno stile di vita? Dipende, ma la Rough Trade, storico negozio ed etichetta indipendente ha indubbiamente reso più interessante la scena musicale grazie alla diffusione di tutto ciò che non rientrava nei canoni dell’establishment discografico. E in questo è in prima fila soprattutto il negozio, vero e proprio catalogo fisico dove si trova di tutto e di più, accuratamente spiegato sopra le copertine dei dischi.



Quindi salutiamo con piacere questa compilazione curata proprio dai Rough Trade Shops, tre dischi e 68 tracce concepite per un confronto a distanza tra due periodi. Quello del 1976 e quello dell’anno passato suddiviso in due dischi. Il primo è un anno importantissimo: quello di transizione tra la fine del progressive e la nascita del punk, detto in poche parole. C’è ovviamente molto di più vedendo la tracklist: dal gruppo di Patti Smith alla raffinatissima Penguin Café Orchestra, a Kate & Anna McGarrigle a Blondie fino a Tom Waits e ai Ramones. Mesi compositi e di grande fermento che restano nel cuore di molti. Ma dobbiamo guardare avanti e i due Cd dedicati al 2006 sono una vera miniera d’oro, perché i brani scelti con cura dai compilatori tra gli album che loro stessi mettono tra i migliori usciti in quell’arco temporale. Con soddisfazione vediamo che al primo posto di quella classifica c’è Beirut, da noi recensito lo scorso autunno (novembre 2006). Ma le sorprese sono tante: i Css (sigla di Canseir de Ser Sexy) con il loro eccellente pop elettronico di Alala , al brano che vede protagonisti Alva Noto e Ryuichi Sakamoto che si lancia in un brano di grande fascino tra campionamenti e tastiere. Per non parlare delle giapponesi OOIOO che nel brano U.M.A. riprendono pari pari il Secondo coro delle lavandaie della Gatta Cenerentola di Roberto de Simone (non per niente del 1976), trasformandolo in una tammurriata elettronica. Pazzesco!

Michele Manzotti