Grinderman – Grinderman
(Anti)

A new dark adventure by Nick Cave...

4 vecchi compari in una camera d'albergo.
4 alcoolizzati che potrebbero essere anche 4 vecchi ladri o -perchè no - 4 assassini in pensione che si ritrovano per fare i conti con il passato.
Atmosfere Lynchiane per questa nuova avventura di Nick Cave dal nome "Grinderman". Chitarre squarciate, rumori, lamenti e grida e soprattutto suoni cari agli amanti del vecchio Cave: quello dei Bad Seeds. Quello che non si era dato ancora al "crooner blues style" tanto per intenderci.
E qui si respira aria che non ha nulla a che vedere con i crooner, con le ballads. Questi sono 4 bastardi che cantano "No Pussy Blues" senza eufemismi o giri di parole. Un disco asciutto, diretto, secco. Non ci sono gli eccessi del Nick Cave dei Birthday Party ma non è un male, anzi. L'asciuttezza del lavoro dei Grinderman è sinonimo di capacità di sintesi, di mestiere, di maturità. Ed il merito va a Nick Cave così come ai suoi compagni di ventura, Martyn Casey e Jim Sclavunos dei Bad Seeds e Warren Ellis, già fondatore dei Dirty Three.
"Electric Alice" è un film, è un piano sequenza di Lynch, è una discesa agli inferi. E' un capolavoro che sfocia nella title track, lamento elettrico che scuote, che resta nella mente per la sua ossessiva bellezza.
"I don't need you to set me free" è il regalo per quanti volevano il caro e vecchio Nick Cave, con un pianoforte che finalmente esce fuori dalle trame della chitarra e degli effetti, ma è un episodio che dura solo 4 minuti. Tutto il resto è notte, rumore, confusione.
Un omaggio allo spirito più irrequieto e diabolico del blues. Storie maledette che potrebbero essere di qualche vecchio bluesman ma che invece poggiano di un tappeto sonoro a tratti garage, a tratti punk.
Un disco notturno, cattivo, fosco, suonato da figuri ancora più foschi e cattivi.
Ma badate bene: non è teatro.
Questi qui non si vestono da cattivi per questioni di look o di marketing: questi son cattivi sul serio.

Giovanni de Liguori