Achille’s musical last stand
Artista e produttore, ex compagno dell’arpista Joanna Newsom che sostenne nel parto del primo album di lei, “The Milk Eyed Mender”, Noah Georgeson pare uscito dalla copertina di un vecchio album boheme dei californiani The Charlatans, primi alfieri nei sessanta di quel risorgimento folk rock che lanciò l’estate dell’amore. Di quell’epoca lontana il multistrumentista ripropone una sintesi raffinata che giustifica la sua presenza a fianco di artisti come Devandra Banhart che hanno saputo prendere da Georgeson le sfaccettate coloriture di un processo chiaro solo a quanti, come lui, hanno confidenza con più strumenti e con i principi più intimi dell’orchestrazione.
In “Find Shelter” l’artista fa di tutto per esasperare un tono antico, fuori dal tempo, che il suo stile compositivo non nasconde sin dall’iniziale “Walking on someone else’s name “.
Un tono generale che rimanda alla solitudine di Achille nell’Iliade piuttosto che all’unico album solista di Dino valente ex Quicksilver, pervade un disco oscuro e intenso che nella sua omogeneità esalta il bello e il meno bello, come, ad esempio. il tono vocale dell‘artista, non propriamente da vero cantante, a volte appiattisce una atmosfera frutto di un lungo lavoro di cesello. “Find Shelter” pare a volte suonare da una lontana camera d‘eco, a volte dall‘intimità di una piccola stanza, come quella dove visse Noah con Joanna fino al 1994, nel quartiere di Castro a san Francisco. Affascinante nella sua arcana e solenne solitudine “ Find Shelter” è un disco che merita molti ascolti e riflessioni. Joanna intanto ha lasciato Georgeson per Bill Callahan, leader degli Smog, uno che canta davvero e che scrive canzoni più focalizzate (recensito sempre questo mese). Ci sarà forse un motivo ?
Ernesto de Pascale
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Track list
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